Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Un’altra cameriera negativa al test
VERONA Due casi sospetti di Coronavirus risultati negativi (semplice influenza) nel giro di 24 ore a Verona. Sono state ricoverate agli Infettivi due cameriere, una martedì e una ieri, che lavorano nell’hotel in cui il 23 gennaio ha dormito la coppia cinese infetta e ora in gravi condizioni.
VERONA Due ricoveri nel giro di 24 ore, a Verona, per l’allarme Coronavirus e due diagnosi di semplice influenza. E’ stata dimessa ieri mattina dal reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliera, dopo una degenza in isolamento di un giorno, la cameriera dell’hotel scaligero nel quale, la notte del 23 gennaio scorso, ha dormito la coppia di cinesi provenienti da Wuhan e ora ricoverati in gravi condizioni all’Istituto Spallanzani di Roma. Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo per l’esito negativo del test eseguito dal Laboratorio di Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Padova (centro di riferimento regionale per l’emergenza) e confermato dai virologi dello Spallanzani, che il livello di allerta è tornato massimo.
Se la cameriera è uscita in mattinata con la diagnosi di sindrome influenzale, all’ora di pranzo in ospedale è arrivata un’altra dipendente dello stesso albergo. «E’ una delle cameriere della sala colazione — aveva riferito Luigi Leardini, general manager dell’hotel — alla quale, come alle altre, era stato detto dall’Usl di tenere monitorata la temperatura corporea. E’ andata in ospedale per scrupolo, le è stato somministrato un farmaco e la febbre è scesa, ma per protocollo la tengono ricoverata e la sottopongono ai controlli di rito. Lei è molto tranquilla e lo siamo anche noi: sono convinto che anche in questo caso non si tratti di Coronavirus». I sanitari hanno confermato che la cameriera era già in isolamento fiduciario domiciliare e l’Usl le aveva raccomandato di telefonare subito qualora fossero emersi sintomi sospetti. Così ha fatto: alla comparsa, ieri, di febbre a 38,5, tosse e forte mal di gola, la donna ha allertato l’Usl, che ne ha disposto l’immediato trasferimento in ospedale con l’ambulanza, ma seguendo il rigido protocollo che salta il Pronto Soccorso per indirizzare il paziente direttamente agli Infettivi. Dove gli specialisti hanno rilevato «un’associazione epidemiologica favorevole al probabile contatto con i due cinesi», anche se al momento della loro visita a Roma non erano ancora sintomatici.
Sono stati eseguiti subito due tipi di test: quello rapido, a Verona, che esclude la presenza di alcune forme virali e di altri Coronavirus; e quello che accerta la presenza dell’attuale virus, affidato al Laboratorio di Microbiologia di Padova e che anche stavolta è risultato negativo. Per Verona, e il Veneto, si tratta del terzo caso sospetto dall’inizio di un’emergenza che nel mondo da dicembre ha già contagiato 24.597 persone e provocato 494 vittime.