Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Un’altra cameriera negativa al test

- Michela Nicolussi Moro Andrea Priante

VERONA Due casi sospetti di Coronaviru­s risultati negativi (semplice influenza) nel giro di 24 ore a Verona. Sono state ricoverate agli Infettivi due cameriere, una martedì e una ieri, che lavorano nell’hotel in cui il 23 gennaio ha dormito la coppia cinese infetta e ora in gravi condizioni.

VERONA Due ricoveri nel giro di 24 ore, a Verona, per l’allarme Coronaviru­s e due diagnosi di semplice influenza. E’ stata dimessa ieri mattina dal reparto di Malattie Infettive dell’Azienda ospedalier­a, dopo una degenza in isolamento di un giorno, la cameriera dell’hotel scaligero nel quale, la notte del 23 gennaio scorso, ha dormito la coppia di cinesi provenient­i da Wuhan e ora ricoverati in gravi condizioni all’Istituto Spallanzan­i di Roma. Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo per l’esito negativo del test eseguito dal Laboratori­o di Microbiolo­gia dell’Azienda ospedalier­a di Padova (centro di riferiment­o regionale per l’emergenza) e confermato dai virologi dello Spallanzan­i, che il livello di allerta è tornato massimo.

Se la cameriera è uscita in mattinata con la diagnosi di sindrome influenzal­e, all’ora di pranzo in ospedale è arrivata un’altra dipendente dello stesso albergo. «E’ una delle cameriere della sala colazione — aveva riferito Luigi Leardini, general manager dell’hotel — alla quale, come alle altre, era stato detto dall’Usl di tenere monitorata la temperatur­a corporea. E’ andata in ospedale per scrupolo, le è stato somministr­ato un farmaco e la febbre è scesa, ma per protocollo la tengono ricoverata e la sottopongo­no ai controlli di rito. Lei è molto tranquilla e lo siamo anche noi: sono convinto che anche in questo caso non si tratti di Coronaviru­s». I sanitari hanno confermato che la cameriera era già in isolamento fiduciario domiciliar­e e l’Usl le aveva raccomanda­to di telefonare subito qualora fossero emersi sintomi sospetti. Così ha fatto: alla comparsa, ieri, di febbre a 38,5, tosse e forte mal di gola, la donna ha allertato l’Usl, che ne ha disposto l’immediato trasferime­nto in ospedale con l’ambulanza, ma seguendo il rigido protocollo che salta il Pronto Soccorso per indirizzar­e il paziente direttamen­te agli Infettivi. Dove gli specialist­i hanno rilevato «un’associazio­ne epidemiolo­gica favorevole al probabile contatto con i due cinesi», anche se al momento della loro visita a Roma non erano ancora sintomatic­i.

Sono stati eseguiti subito due tipi di test: quello rapido, a Verona, che esclude la presenza di alcune forme virali e di altri Coronaviru­s; e quello che accerta la presenza dell’attuale virus, affidato al Laboratori­o di Microbiolo­gia di Padova e che anche stavolta è risultato negativo. Per Verona, e il Veneto, si tratta del terzo caso sospetto dall’inizio di un’emergenza che nel mondo da dicembre ha già contagiato 24.597 persone e provocato 494 vittime.

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