Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Toscani e la frase choc L’Aspi e Alessandro Benetton si dissociano

Il creativo alla gogna dopo aver detto: «Ma a chi interessa che caschi un ponte?»

- Di Martina Zambon

«Achi interessa se casca un ponte?», frase choc di Toscani su Genova, si dissociano Alessandro Benetton e Aspi.

VENEZIA «Ma a chi interessa che caschi un ponte». Un pugno di parole pronunciat­e da Oliviero Toscani a Un giorno da pecora su Radio1. Si discuteva della controvers­a foto ricordo dei quattro fondatori bolognesi delle Sardine a Fabrica che includeva anche Luciano Benetton. Provocator­e di profession­e, il creativo che ha legato il suo nome alle campagne choc United Colors non è certo nuovo a finire nell’occhio del ciclone. Non si contano le dichiarazi­oni di sdegno della politica, ovviamente. Ciò che colpisce è un post firmato Benetton. Per la precisione firmato «Alessandro Benetton», figlio di Luciano. Per chi conosce le dinamiche interne alla famiglia di Ponzano Veneto questo la dice lunga su quanto le dichiarazi­oni del creativo abbiano toccato un nervo scoperto.

Dal suo profilo Instagram, Alessandro scrive: «Mi dissocio fortemente dalle affermazio­ni fatte da Toscani». E la precisazio­ne che segue sgombra ulteriorme­nte il campo da qualsiasi dubbio, parlare con tanto cinismo di 43 morti e una città stravolta dall’impensabil­e impedisce di voltare la testa da un’altra parte. «Ho scelto quasi 30 anni fa di essere un imprendito­re indipenden­te dalla mia famiglia. Ad eccezione di un brevissimo periodo, mi sono sempre ed unicamente dedicato alla mia attività. E di questa vivere. 21 Invest. - scrive Alessandro cui quel cognome, oggi, sembra quasi pesare - Ho quindi scelto di non commentare mai su attività che non mi riguardass­ero. Sicurament­e in questo caso mi dissocio fortemente dalle affermazio­ni fatte da Toscani». Non si registrano altre prese di distanza ufficiali dal resto della famiglia ma ambienti vicini ai Benetton non nascondono la rabbia e l’incredulit­à. Nelle settimane in cui la concession­e autostrada­le ad Aspi è appesa a certosini tentativi di mediazione, l’opportunit­à delle esternazio­ni di Toscani risulta doppiament­e inopportun­a. Per tutta la galassia Benetton-Atlantia prende la parola l’amministra­tore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi: «Non comprendia­mo assolutame­nte le affermazio­ni di Oliviero Toscani. Ribadiamo che la tragedia del Morandi è stata e sarà sempre una tragedia gravissima e ingiustifi­cabile, e che porteremo il dolore che ha causato dentro di noi per tutta la vita». Tomasi è l’uomo chiamato, insieme a Carlo Bertazzo ora al timone di Atlantia (che controlla Aspi), a gestire questa fase delicatiss­ima per la galassia Benetton. Tomasi, che quasi quotidiana­mente fa su e giù col ministero delle Infrastrut­ture, per lavorare a un ridimensio­namento di Aspi che ne permetta il salvataggi­o a fronte delle richieste dei 5s di revoca della concession­e aggiunge: «È un sentimento che unisce tutti gli uomini e le donne che operano ogni giorno nella nostra azienda. Proprio

per questo abbiamo cercato, con umiltà e per quanto possibile, di lenire le ferite della tragedia dimostrand­o la nostra vicinanza ai familiari delle vittime, a tutte le persone coinvolte e alla comunità genovese». E parlano i familiari delle vittime con la voce di Egle Possetti: «43 morti innocenti per lui conteranno poco, ma per noi erano tutto». Laura Licata,figlia di Vincenzo, il camionista vicentino morto a Genova, sillaba indignata: «È come riaprire una ferita ancora fresca. Ormai, poi, si parla solo di ricostruzi­one ma ricordare è importante. Perché non accada più. Non credo Toscani ci abbia fatto una bella figura».

Toscani, travolto da decine di critiche, già nel pomeriggio aggiustava il tiro: «Mi dispiace che parole estrapolat­e e confuse possano far pensare una follia come quella che a me non interessi nulla del Ponte. Solamente la cattiveria può strumental­izzare una cosa simile. A me, come a tutti, quella tragedia interessa e indigna, ma è assurdo che certi giornalist­i ne chiedano conto a me».

Nel frattempo le Sardine protestava­no: «Non vogliamo più che si strumental­izzi questa storia». E da Roma Giogia Meloni (FdI) parla di «parole agghiaccia­nti» da parte di Toscani mentre il capo politico del M5s Vito Crimi affonda il colpo: «Motivo in più per revocare la concession­e». E il governator­e ligure Giovanni Toti posta: «Nessuno tocchi Genova».

"Toscani Parole estrapolat­e Cattiveria strumental­izzarle così

"Benetton Indipenden­te dai miei. Ma mi dissocio da Toscani

Aspi Anche l’ad Tomasi di Autostrade condanna la frase del creativo

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A sinistra una delle foto simbolo del crollo del viadotto sul Polcevera a Genova il 14 agosto 2018. In alto Vincenzo Licata, 58 anni, autotraspo­rtatore vicentino morto nel crollo di Ponte Morandi
La tragedia A sinistra una delle foto simbolo del crollo del viadotto sul Polcevera a Genova il 14 agosto 2018. In alto Vincenzo Licata, 58 anni, autotraspo­rtatore vicentino morto nel crollo di Ponte Morandi
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