Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Studenti «schedati», il provveditore annulla l’ordine e convoca i presidi
Vicenza, dietrofront dopo la richiesta di nomi e indirizzi di chi rientra dalla Cina
VICENZA Dopo le polemiche, il dietrofront. L’ufficio scolastico della provincia di Vicenza, che aveva chiesto ai presidi di segnalare - in segreto - nome e indirizzo degli alunni tornati da un viaggio in Oriente, ieri ha cancellato l’ordine.
In mattinata, i dirigenti scolastici si sono visti consegnare una nuova «comunicazione riservata» nella quale si annuncia che «viene annullata la nota» di due giorni prima e pertanto i presidi «non dovranno più segnalare a questo uficio i rientri negli edifici scolastici di studenti, docenti e personale Ata provenienti dalla Cina». Insomma, anche le scuole vicentine si devono attenere soltanto ai protocolli del Ministero della Salute, senza «schedare» i bambini.
L’invito a creare delle liste con l’identità e l’indirizzo di casa degli studenti di ritorno dalla Repubblica Popolare (col rischio quindi di associarli a dei possibili «untori») aveva sorpreso i dirigenti, dividendoli tra chi la riteneva una violazione della privacy degli alunni (per giunta tenendo all’oscuro i genitori) e chi sosteneva che fosse una misura giustificabile di fronte all’emergenza sanitaria globale collegata al Coronavirus.
Il provveditore di Vicenza, Carlo Alberto Formaggio, aveva precisato di aver diffuso la circolare dopo essersi consultato con la prefettura. Quest’ultima, però, pare non abbia mai dato l’avallo a una simile schedatura. Ieri, quindi, la decisione di bloccare l’iniziativa. Caso chiuso? Non ancora. Sulla questione è in programma un chiarimento «faccia a faccia» tra il capo dell’Ufficio scolastico e i presidi vicentini: sempre ieri, infatti, con una seconda lettera Formaggio ha convocato tutti i dirigenti «per un urgentissimo chiarimento in merito alla precedente nota riservata». Si ritroveranno questa mattina, a Vicenza.
Intanto la politica continua a discutere su quali siano le misure più opportune per tenere il Coronavirus fuori dalle scuole. «Visto e considerato che la circolare ministeriale ancora non prevede il tema della quarantena di 14 giorni per studenti universitari o di corsi equivalenti, e per bambini e studenti che frequentano i servizi educativi per l’infanzia e le scuole primarie e secondarie - rilancia il governatore Luca Zaia - ci sia quanto meno un’indicazione, prudenziale a cautelativa, per
"
La nuova nota
I dirigenti non dovranno più segnalare a questo ufficio i rientri negli edifici scolastici di studenti, docenti e personale Ata dalla Cina
Il ministro Speranza La proposta di isolamento fatta dai governatori? Ho chiesto al nostro comitato scientifico di approfondire la questione
l’isolamento fiduciario».
Il ministero dell’Istruzione ha chiesto alle scuole di indicare quanti siano gli studenti di rientro dalla Cina, senza ovviamente rivelarne l’identità come invece si pretendeva a Vicenza. «In questo senso - ha proseguito Zaia - prendiamo atto peraltro che il Ministero dell’Istruzione, ha seguito la nostra sollecitazione, attivando un censimento».
Nei giorni scorsi i governatori di Veneto, Trento, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, avevano scritto una lettera al ministro della Sanità, Roberto Speranza, chiedendo proprio che il periodo di isolamento previsto per chi rientra dalla Cina, venisse applicato anche a tutti bambini che frequentano le scuole. Ieri è intervenuto lo stesso Speranza: «Dobbiamo fidarci dei nostri scienziati che hanno già dimostrato di essere all’altezza della situazione. Non sottovaluto nessuna osservazione che arriva in queste ore dal territorio». E sulla richiesta avanzata dai governatori del Nord aggiunge: «Sono in contatto con i presidenti e ho chiesto al nostro comitato tecnico scientifico di approfondire la questione, come è giusto che sia. Sono scelte scientifiche, non politiche».