Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bandiera veneta negli enti, ok in commissione: niente multa a chi non la espone
VENEZIA Il Veneto riprova a far esporre la bandiera regionale negli edifici pubblici statali, dopo un primo tentativo bocciato dalla Consulta, stavolta evitando però di sanzionare chi non lo fa. Il testo è stato approvato a maggioranza ieri mattina dalla Prima commissione del Consiglio regionale, alla luce della sentenza 183/2018 di illegittimità costituzionale pronunciata dalla Consulta. Si reintroduce dunque l’obbligo di esposizione della bandiera rappresentativa della Regione del Veneto negli edifici statali e di enti nazionali, sulle imbarcazioni di proprietà statale o di enti e organismi statali, ma sottrae a sanzione l’eventuale mancata esposizione.
«In altre parole - aveva spiegato il presidente della Prima commissione, il leghista Alessandro Montagnoli, lo scorso 8 gennaio, quando la norma di legge modificata approdò in Prima commissione - non sono più previste multe per chi non esporrà la bandiera del Veneto. Il nostro ragionamento è questo: siamo in Veneto e dovrebbe essere motivo di orgoglio per tutti l’esposizione della nostra bandiera».
È stato invece bocciato un emendamento, avanzato dai consiglieri del Coordinamento «Veneto 2020», che proponeva l’esposizione della bandiera di Comuni, Province e Città metropolitane all’esterno dei palazzi regionali. Un rifiuto che, secondo gli esponenti di opposizione «nega la dignità dei Comuni, che sono gli enti più vicini al cittadino e i più antichi d’Italia. Una storia lunga oltre mille anni spazzata via da un ente, la Regione, nato negli anni 70. La Lega continua a proporre l’obbligo per le prefetture e gli altri palazzi statali di esporre la bandiera regionale, anche se la Consulta ha già stabilito che la Regione non ha alcun potere in questo senso - concludono - non può obbligare lo Stato a fare alcunché. Ancora una volta il neo-centralismo regionale di Zaia calpesta le autonomie locali».