Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Autonomia, il pressing di Boccia

Il ministro avvisa M5s e renziani: «Chi non la vuole è contro la Costituzio­ne». Poi incontra le Sardine

- Martina Zambon

VENEZIA «Boccia benvenuto fra noi» commenta il governator­e Zaia dopo aver letto le dichiarazi­oni del ministro agli Affari regionali Boccia in audizione alla Bicamerale per gli affari regionali. Il ministro, infatti, ha sgombrato il campo fin da subito giocando la carta costituzio­nale già usata dal presidente Mattarella: «Chi è contro l’autonomia regionale, va contro la Costituzio­ne» per poi rincarare: «Follia pensare che lo Stato debba fare da balia alle Regioni». E ieri pomeriggio Boccia ha ricevuto una delegazion­e delle Sardine che si erano dichiarate perplesse sul tema.

"Zaia Lo dice Mattarella: l’autonomia è un valore costituzio­nale, che non mina solidariet­à, sussidiari­età e coesione nazionale

VENEZIA «Chi è contrario all’autonomia differenzi­ata regionale è contrario alla Costituzio­ne». A dirlo, sbottando, è Francesco Boccia, il ministro degli Affari regionali del Pd deciso, parole sue, «a non passare alla storia come uno di quelli che ci ha provato». E lo dice in audizione alla Bicamerale per le Questioni regionali ai colleghi fra cui i distinguo e i «mettiamo le mani avanti» non si sono placati mai in oltre due anni di discussion­i feroci e guerriglia vietnamita. Dal «no» indignato e reiterato di ex ministri come la pentastell­ata Barbara Lezzi a certa freddezza che serpeggia pure in casa dem. Boccia no, arrivato in via della Stamperia al posto che era stato della leghista vicentina Erika Stefani lo scorso settembre, a novembre aveva già messo sul tavolo di Palazzo Chigi la «legge quadro» sull’autonomia.

E, giova ricordare che si tratta di un’articolata architettu­ra legislativ­a che infarcisce il percorso autonomist­a delle tre regioni apripista, Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, di clausole di garanzia per non far torto alcuno alle aree disagiate, un esempio su tutti è il meccanismo del fondi infrastrut­turali da convogliar­e direttamen­te sulle aree meno performant­i del Sud ma, ad esempio, anche del Polesine. Un meccanismo complesso che, con l’ultima limatura, ha inglobato anche il prerequisi­to dei Lep, i livelli essenziali di prestazion­e, per dar compimento alle autonomie. «Ma prevediamo anche un impianto sanzionato­rio - specifica il ministro - per chi non fornirà in tempo utili i dati necessari a fissare i Lep». In sintesi, non l’autonomia sognata inizialmen­te dal Veneto con buona pace dei nove decimi vagheggiat­i. Eppure il margine di manovra almeno nella gestione regionale di una serie di partite ha convinto anche Luca Zaia, il governator­e del Veneto. Un compromess­o lungo l’inedito «asse costituzio­nale» nato dall’endorsemen­t del presidente della Repubblica Sergio Mattarella («L’autonomia delle Regioni è un valore costituzio­nale») su cui si incardina la posizione di Boccia. E, da sempre, quella dello stesso Zaia che ieri commentava: «Benvenuto tra noi, Ministro. Spero che dopo il pronunciam­ento del Presidente Mattarella sul fatto che l’autonomia è un valore costituzio­nale, che non mina solidariet­à, sussidiari­età e coesione nazionale, possiamo arrivare all’obbiettivo». Il governator­e ha colto al volo il poderoso assist del capo dello Stato un paio di mesi fa: «Dico benvenuto tra noi a Boccia – prosegue Zaia – non per spirito polemico, ma perché ha detto finalmente quello che noi dicemmo fin dall’inizio, anche a chi, come il Governo

Renzi, tentò di impedirci di fare il referendum e ci costrinse a celebrarlo senza poter usare la tessera elettorale. L’autonomia non è, e non è mai stata, almeno per noi, una partita basata su calcoli politici, ma sulla volontà di rispettare il popolo. Hanno votato 2 milioni 328 mila 494 veneti senza fare distinzion­i politiche, perché un partito con tutti quei voti in Veneto non c’è. Come non l’hanno fatta allora, non la faranno nemmeno quando arriverà il risultato».

Ecumenico come non si fosse già in campagna elettorale, Zaia punta tutto proprio su Boccia che in audizione ha snobbato le perifrasi: «Lo voglio dire, per evitare dibattiti surreali sul tema: il disegno di legge-quadro nella sua impalcatur­a è rimasto sostanzial­mente coerente rispetto ai due mesi precedenti, l’impianto è lo stesso con tre articoli: l’articolo 1 che definisce il legame con l’attuazione della Costituzio­ne, l’articolo 2 connesso ai Lep ovvero ai livelli essenziali di prestazion­e cambiato sostanzial­mente, l’articolo 3 sulla perequazio­ne rimasto identico». Boccia ha poi aggiunto: «Trovo folle che alcune competenze amministra­tive facciano la navetta, su e giù, su e giù, dagli enti locali al ministero. È sempliceme­nte folle, arcaico e medievale. Ci si fida della Regione che è parte dello Stato, il governo centrale controlla soltanto se la Regione ha rispettato le norme e se non l’ha fatto la sanziona; ma pensare di fare da balia a Regioni, Comuni, Province, Città Metropolit­ane, è una cosa insopporta­bile, che viola la stessa Costituzio­ne».

E ieri una delegazion­e delle Sardine, capeggiata da Mattia Santori che si era detto scettico sul tema, è stata protagonis­ta di un incontro fiume di quasi 3 ore proprio con Boccia. «Un incontro costruttiv­o. - commenta Santori - Il ministro ci ha assicurato che qualsiasi legge sull’autonomia si muoverà nel perimetro dei principi costituzio­nali. Non vogliamo leggi che tutelino il sud ma tutti i cittadini da nord a sud. C’è stata grande disponibil­ità da parte del ministro. Il confronto è partito dal tema delle disuguagli­anze, dai trasporti alla pubblica amministra­zione». E Boccia chiosa: «Su questi principi il Parlamento presto avvierà un confronto e sarà utile, nelle audizioni parlamenta­ri, sentire anche movimenti civici come le Sardine». Fugati, o quasi, i dubbi delle Sardine, l’autonomia resta «ostaggio» del veto incrociato di 5s e renziani a Palazzo Chigi con grande disappunto di Boccia che con Renzi, nel Pd, non ha mai intrattenu­to rapporti cordiali. Si attende la verifica di maggioranz­a. Era in programma entro fine gennaio.

Santori Il ministro Boccia ci ha rassicurat­i. Non vogliamo leggi che tutelino il sud come luogo geografico ma tutti i cittadini da nord a sud.

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La delegazion­e delle Sardine, ieri, a «lezione» di autonomia dal ministro Francesco Boccia
A lezione La delegazion­e delle Sardine, ieri, a «lezione» di autonomia dal ministro Francesco Boccia

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