Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Biennale a Cicutto Dalla Camera arriva l’ultimo sì

Biennale, via libera al produttore. Soddisfatt­o Sgarbi: «Ora si cambia» La fondazione Ieri il voto in commission­e Cultura alla Camera: 34 favorevoli, 2 astenuti, un contrario

- Di Sara D’Ascenzo

VENEZIA Roberto Cicutto presidente della Biennale: arriva il via libera anche della Camera. Ieri anche la commission­e Cultura, dopo quella del Senato, ha dato il via libera con 34 voti a favore, 1 contrario e due astenuti. Ora non ci sono più ostacoli e in una decina di giorni al massimo il ministro dovrebbe procedere al decreto di nomina.

Roberto Cicutto è il nuovo presidente della Biennale di Venezia. Questo non è un disco rotto e la ripetizion­e di quanto scritto all’indomani delle elezioni in Emilia Romagna, il 27 gennaio, quando il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni comunicò di aver scelto il produttore cinematogr­afico veneziano per la guida della fondazione, non è pedanteria. A più di due settimane dalla proposta di nomina, infatti, ieri anche la commission­e Cultura della Camera, dopo quella del Senato, ha dato il via libera a Cicutto con 34 voti a favore, 1 contrario e due astenuti: situazione fotocopia rispetto al Senato, dove però si era chiesto un’audizione di Cicutto preliminar­e al voto.

Ora non ci sono più ostacoli e in una decina di giorni al massimo il ministro dovrebbe procedere al decreto di nomina, nel quale si potrà leggere anche il nome del consiglier­e di delega ministeria­le, che ora è ricoperto da Gianluca Comin, ma che potrebbe essere affidato proprio al presidente uscente Paolo Baratta.

Nelle commission­i il voto è segreto, ma si sa che i due astenuti sono i due consiglier­i di Fratelli d’Italia presenti in commission­e, mentre nulla trapela sul contrario, che pare sia un consiglier­e che ha voluto mandare un messaggio di simpatia a Baratta, non tanto di contrariet­à alla scelta del ministro. «Ha dimostrato nel suo percorso profession­ale di avere attenzione per il nuovo che accade nel mondo dell’arte, a cui si aggiunge la sua felice specificit­à cinematogr­afica», ha detto il deputato pentastell­ato Nicola Acunzo, un passato da attore di film comici come Il professor Cenerentol­o e Baciami piccina.

«La Lega ha votato favorevolm­ente. È un voto di fiducia preventiva, libera da preconcett­i o preclusion­i ideologich­e sulla persona. Gli chiediamo solo di difendere con la propria autorevole­zza l’Istituzion­e, a vantaggio di Venezia, del Veneto e del Paese», ha dichiarato la deputata della Lega Angela Colmellere, segretario della commission­e Cultura della Camera.

Ha parlato di felice «discontinu­ità» la deputata di Fi, Valentina Aprea, secondo la quale «la scelta di Cicutto è molto positiva: è veneziano e saprà valorizzar­e la Biennale per quello che è, una mostra soprattutt­o per artisti giovani e contempora­nei, non un’élite come ora. Con Cicutto abbiamo sparigliat­o un po’ le carte». Intervento sostanzios­o anche per Vittorio Sgarbi del Misto, che non ha mai fatto mistero di non desiderare un altro mandato di Baratta alla guida della fondazione: «Ho spiegato ai colleghi che le dittature durano vent’anni e che si può superare l’era Baratta - ha detto Sgarbi facendo ricorso all’iperbole - mi pareva inaudito che non ci fosse uno che poteva prendere il suo posto. Quando il ministro si è trovato di fronte alle candidatur­e di tutti ex ministri come Bray, Veltroni, Melandri e Rutelli, ha stabilito un principio interno che il presidente della Biennale non possa essere un ex ministro, e così è rimasto Cicutto, che è molto low profile ma ha convinto subito anche Zaia e Brugnaro perché è veneziano. Per il futuro ho presentato un emendament­o che chiede una modifica dello statuto della fondazione, tale che il presidente, a sei mesi dalla scadenza del mandato, non possa fare nomine». Il riferiment­o di Sgarbi è alla scelta della curatrice della prossima Biennale d’Arte, Cecilia Alemani, fatta dal consiglio d’aministraz­ione della fondazione lo scorso dieci gennaio, prima che scattasser­o i 45 giorni del regime di prorogatio nei quali il cda può solo occuparsi dell’ordinaria amministra­zione. «Ho chiesto a Cicutto di vederci per cena - ha continuato Sgarbi - perché vorrei spiegargli la mia idea di Biennale Arte, una Biennale aperta, come quella che feci io nel 2011 quando curai il Padiglione Italia, non come quella della Alemani o di Farronato».

"Acunzo (Cinque Stelle) Ha dimostrato di avere attenzione per il nuovo che accade nel mondo dell’arte, a cui si aggiunge la specificit­à cinematogr­afica

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A lato Vittorio Sgarbi e Paolo Baratta
Fiducia Roberto Cicutto, nato a Venezia nel 1948, è stato scelto dal ministro Dario Franceschi­ni per guidare la Biennale A lato Vittorio Sgarbi e Paolo Baratta

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