Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Vive col Reddito e sfascia tutto «Cacciatelo»

Due sindaci padovani chiedono l’espulsione, lettera al ministero. Sui social infuria la polemica

- Roberta Polese

PAD0VA Ha raccolto una lunga serie di denunce, le ultime delle quali per aver sfasciato un ufficio postale e aggredito una commessa. E a quanto pare questo 39enne molesto, Abdelouhae­d Atourabi, marocchino di 39 anni, era pure titolare del Reddito di cittadinan­za. Ora nessuno riesce a cacciarlo e due sindaci, di Arzergrand­e e Piove di Sacco, chiedono l’espulsione.

Ha iniziato picchiando

PADOVA un addetto alla sicurezza al centro commercial­e di Piove di Sacco. Era la fine di novembre e per Abdelouhae­d Atourabi, marocchino di 39 anni, è scattata la denuncia. Nessuno ci ha fatto caso perché di episodi simili i carabinier­i ne registrano ogni giorno.

Poi il 7 gennaio ha sfasciato l’ufficio postale di Piove di Sacco perché la tessera del reddito di cittadinan­za non gli erogava i suoi soldi. E mentre prendeva a sprangate gli uffici spaventand­o gli addetti, si riprendeva con un telefonino per postare poi il video su youtube, dove ha avuto quasi 3 mila visualizza­zioni: «Gli italiani sono tutti ladri», urlava mentre faceva danni per oltre 100 mila euro. Ma non è finita qui.

Lo straniero, sempre a Piove di Sacco, ha occupato una casa abusivamen­te e il 9 febbraio ha ferito con una bottiglia la commessa di un supermerca­to. Qui è scattato l’arresto: in direttissi­ma l’avvocato ha chiesto termini a difesa, il processo si terrà più avanti, il giudice ha convalidat­o l’arresto e gli ha dato l’obbligo di firma. Niente carcere, di fatto è libero. Quattro episodi di cronaca che all’inizio erano un trafiletto sui giornali e adesso sono un caso, soprattutt­o sui social dove la gente si chiede: «Com’è che questa persona è ancora qui?». La risposta sta come sempre nella burocrazia in leggi complesse e difficilme­nte interpreta­bili e applicabil­i.

Intanto La Lega prende la cosa di petto: ieri Filippo Lazzarin, sindaco di Arzergrand­e e commissari­o provincial­e del Carroccio, ha chiesto che lo straniero venga espulso. Lo ha fatto anche il sindaco del Pd di Piove di Sacco Davide Gianella. «Senza tanti comunicati stampa, a differenza della Lega, stiamo lavorando da una settimana per ricostruir­e i fatti e le circostanz­e – spiega il sindaco – abbiamo realizzato un’istruttori­a molto precisa sul caso. Per questo ho chiesto proprio stamattina (ieri ndr) l’espulsione di Atourabi per motivi di sicurezza pubblica ex art. 13 del testo unico per l’immigrazio­ne».

La lettera è stata spedita al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, al sottosegre­tario Achille Variati, al prefetto di Padova Renato Francesche­lli, al comandante dei carabinier­i, della Guardia di Finanza e al Questore Paolo Fassari.

Su Facebook si è scatenata la bufera, insulti e minacce sono volate al sindaco del Pd, che ha più volte invitato alla cautela. «Qui c’entra poco la nazionalit­à o i documenti in ordine – spiega – abbiamo un problema di sicurezza, io non posso fare nulla, posso solo chiedere che intervenga il ministro dell’Interno».

All’inizio è scattata l’ipotesi del Tso, perché è evidente che una persona così iraconda, violenta, sprezzante delle regole probabilme­nte qualche problema ce l’ha. «Forse è così – spiega Gianella – ma un sindaco non si sveglia una mattina e firma un Tso, ci vogliono due medici che certifichi­no che questa persona sta male». Altro punto: come ha ottenuto il reddito di cittadinan­za il marocchino? Al momento è un mistero. O ha presentato carte false, come falso è l’indirizzo dove dichiara di abitare a Piove di Sacco, o per un certo periodo di tempo ne ha avuto veramente diritto.

Tutte queste informazio­ni sono al vaglio di Comune e Questura.

D’altro canto anche la giustizia fa il suo corso: Atourabi ha tre denunce e un arresto per lesioni e danneggiam­ento, non sono reati per i quali si va in carcere e comunque l’espulsione è un provvedime­nto amministra­tivo. Allo stato attuale sembrano esserci tutti i presuppost­i per mandarlo via: che sia violento e pericoloso non vi sono dubbi.

E poi lo straniero ha già un daspo emesso nel 2017 perché molestava i passeggeri in stazione a Padova. Il prefetto Francesche­lli dice che lui può intervenir­e solo su richiesta del prefetto Paolo Fassari, che è già al lavoro per raccoglier­e informazio­ni. Ci sono molti aspetti da comprender­e: la Guardia di Finanza sta cercando di capire come abbia fatto lo straniero a percepire il reddito di cittadinan­za, visto che non risulta avere quantomeno un domicilio. Se fossero decadute tutte le condizioni che gli consentono di rimanere legalmente in Italia potrebbe essere espulso, almeno sulla carta.

Perché con il Marocco i rimpatri non sono semplici: il governo locale decide caso per caso, prima dell’espulsione potrebbe passare molto tempo. E, intanto, Atourabi resta un uomo libero.

Lazzarin Da sindaco chiedo che si provveda all’espulsione con rimpatrio coattivo

Gianella Non posso imporre il Tso, posso scrivere al ministero per una soluzione

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Pluridenun­ciato Abdelouhae­d Atourabi, marocchino di 39 anni
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