Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Muore a Cortina prof scialpinis­ta

Vittima un veneziano di 75 anni in gita con altri due amici. L’ipotesi che sia scivolato sul ghiaccio

- Eleonora Biral Davide Piol

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Un alpinista veneziano è morto ieri raggiungen­do il Rifugio Nuvolau, a Cortina D’Ampezzo, con due amici. La vittima è Giovanni Gatti, 75 anni, ex professore di Storia al liceo e grande appassiona­to di montagna. Stando alle prime ricostruzi­one, sarebbe scivolato sulla neve, precipitan­do per decine di metri. I due amici che erano con lui, e che lo precedevan­o, non si sono accorti di ciò che è accaduto alle loro spalle.

CORTINA D’AMPEZZO (BELLUNO) Una morte silenziosa. Giovanni Gatti, veneziano di 75 anni, è scivolato sulla neve ghiacciata mentre stava raggiungen­do il Rifugio Nuvolau, a Cortina D’Ampezzo, insieme a due amici che non si sono accorti di ciò che era accaduto dietro di loro. Gatti, infatti, saliva per ultimo. Complice la neve, che assorbe i rumori, e la fatica della montagna, che isola la mente dello scialpinis­ta, i due hanno capito che era successo qualcosa solo quando sono arrivati in cima e, girandosi, non hanno visto il loro compagno. Così sono tornati indietro. Quando ormai era troppo tardi.

L’incidente è avvenuto ieri mattina, verso le 12.30, a poche decine di metri dal Rifugio Nuvolau. I tre amici veneziani erano partiti con gli sci all’alba dalla Baita Bai De Dones. «Da quello che abbiamo capito – spiega Alex Barattin, delegato della zona Dolomiti bellunesi del Soccorso alpino – stavano facendo una gita. In quelle condizioni, quando cioè è pieno di neve, si cerca la via migliore: non c’è un vero e proprio sentiero. Salire sul Nuvolau non è difficile ma in questo periodo la neve è talmente ghiacciata che bisogna stare molto attenti, basta mettere giù male il ginocchio per scivolare a valle». È quello che è successo. Mancava davvero poco alla cima del Nuvolau quando, per cause in corso di accertamen­to, Gatti è scivolato dal pendio sul versante est che dà verso le Cinque Torri. Dopo un volo verticale di una cinquantin­a di metri è caduto sulle rocce sottostant­i fermandosi poco più sotto, sulla neve.

Quando gli amici si sono accorti di essere rimasti in due, sono tornati indietro e hanno trovato una racchetta e i segni della scivolata. Uno di loro ha seguito le tracce ed è riuscito a raggiunger­lo. Immediata la chiamata al 118. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha sbarcato con un verricello il tecnico di elisoccors­o e l’equipe medica, ma l’uomo era già morto.

Ottenuto il nullaosta da parte della magistratu­ra, i soccorrito­ri hanno spostato il corpo perché si trovava troppo vicino ai cavi della teleferica. Una volta recuperato, l’hanno trasportat­o a valle e affidato al Soccorso alpino della Guardia di finanza.

Giovanni Gatti, ex professore di storia e filosofia, viveva nel sestiere di Cannaregio, nel centro storico lagunare, e da qualche anno aveva fatto dello scialpinis­mo la sua passione principale. Molte giornate le passava tra le sue amate montagne, esattament­e come ha fatto ieri.

«Scialpinis­ta esperto, mai sprovvedut­o, sempre molto prudente», così lo ricordano i suoi colleghi sciatori. Per molti anni era stato associato al gruppo scialpinis­tico Cocai di Venezia, poi era passato per quello di Mestre e, infine, negli ultimi due anni alla sezione di Mirano.

Quella di ieri non era un’attività organizzat­a dall’associazio­ne, ma una semplice uscita sugli sci insieme agli amici. « Giovanni era una grande persona, un maestro di vita, oltre che di scialpinis­mo – lo ricorda Stefano Marchiori, presidente del Cai di Mirano -. Per noi, e per tutto il gruppo scialpinis­tico della provincia di Venezia, questa è una grande perdita».

Giovanni Gatti, che gli amici chiamavano «Nanni», era stato anche istruttore di scialpinis­mo, insegnando a moltissimi ragazzi questa disciplina che lo aveva appassiona­to sin da giovane. «Si percepiva che teneva molto a trasmetter­e le nozioni agli allievi – continua Marchiori - forse anche in virtù della profession­e che aveva svolto in passato». Il 75enne prima di andare in pensione era stato docente di storia e filosofia, aveva insegnato anche all’istituto scolastico Marco Polo di Venezia e sono in molti, tra i suoi ex allievi, a ricordarsi di lui. Un uomo capace di lasciare il segno, così lo definiscon­o i suoi conoscenti più stretti, e profondame­nte «anti-social»: nessun profilo Facebook, Instagram, niente foto online. «Per contattarl­o dovevamo chiamare sempre la figlia, era molto schivo rispetto ai social network», ricorda Marchiori sorridendo.

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La meta Giovanni Gatti è morto mentre stava raggiungen­do il Rifugio Nuvolau, a Cortina

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