Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il ritorno di Zecchi, sindaco per il Partito dei Veneti Civiche, Boraso va nei fucsia
Le Città, i primi nomi. Fdi: trovare i giusti equilibri
VENEZIA «Me l’hanno chiesto molti amici, il partito dei Veneti mi da quelle garanzie che cercavo perché condividiamo la stessa idea di amministrazione della città » . Stefano Zecchi si getta così nella mischia, e diventa il candidato sindaco degli indipendentisti. Settantaquattro anni,filosofo, ha tenuto per anni la cattedra di Filosofia Teoretica all’Università di Padova, già consigliere comunale a Venezia con Forza Italia e con la lista Brunetta «ma non mi sono mai candidato sindaco».
Cinque anni fa aveva appoggiato Luigi Brugnaro, «poteva cambiare la città, ma non lo ha fatto», per questo dice che in caso di ballottaggio «tutti liberi». «Ma in realtà il ballottaggio è il nostro obiettivo», sottolinea il professore seduto tra il segretario nazionale di Prima il Veneto Pierangelo Delzotto e Antonio Guadagnini, consigliere regionale e capogruppo di Siamo Veneto. «Pensiamo a Venezia come capitale europea, Mestre la nuova city come Londra o Milano, e il Veneto come area metropolitana di questa capitale europea, un’area integrata e perfettamente inserita nel contesto europeo — dice Zecchi — Separazione? Bisogna fare un passo avanti rispetto al referendum, la scommessa è una relazione virtuosa tra le due città». «Questa volta è in palio la sopravvivenza di Venezia e la dignità di Mestre — aggiunge Delzotto, capolista del Partito dei Veneti a Ca’ Farsetti — Non ci sono più alibi, serve un’amministrazione di salute pubblica». Le grandi manovre sono cominciate così come le schermaglie. La Lega ad esempio punta subito il Partito dei Veneti: «Ricordo che Zecchi, solo fino a qualche settimana fa, si era proposto come candidato sindaco della Lega, dicendo che aveva già l’appoggio di Fratelli d’Italia. Saremo tipi all’antica, ma per noi le idee e la coerenza sono ancora dei valori » , dice il commissario provinciale Andrea Tomaello. Equilibrio sarà la parola d’ordine, quello che dovrà far tornare il sindaco per far stare assieme tutti gli alleati. Non a caso l’assessore Giorgio D’este, esponente di Fratelli d’Italia dice: «C’è ampia disponibilità a continuare questa esperienza, ci confronteremo con Brugnaro e con la Lega per trovare i giusti equilibri, oggi necessari diversamente da cinque anni fa». Il (quasi) monocolore fucisa in caso di bis sarà solo un ricordo. Lo sa bene anche l’assessore Renato Boraso che ha deciso di non presentare la propria lista a livello comunale ma solo nelle Municipalità. «La nostra proposta sarà di convogliare nella lista fucsia per poter fare massa critica, spero che Brugnaro non abbia niente in contrario». Il sistema elettorale infatti con un accordo ampio (nel centrodestra) impone di fatto almeno il due per cento per poter entrare in consiglio comunale.
Un problema che non si pone la lista Le Città di Roberto Panciera e Antonio Paruzzolo. «Con il primo mandato si paga lo scotto di non conoscere la macchina amministrativa, durante il secondo si esce dalla logica dell’emergenza e pensare alle soluzioni per i prossimi 10 anni. Noi vogliamo aiutare in questo», sottolineano. Con loro, i primi nomi in lista, sono il ricercatore Edoardo Peroni, la professionista Luisa Cioffi, il professor Pino Gurnari, il commerciante Alberto Pietroni. I temi: trasporto, turismo, commercio: «I tornelli ad esempio sono stati la soluzione di compromesso — dice Paruzzolo — la programmazione delle visite con il contributo d’accesso sarà quella definitiva». Panciera torna sulla destagionalizzazione degli eventi, sulla valorizzazione della terraferma e degli itinerari alternativi alla laguna, ma soprattutto propone di trattenere parte dell’Iva: «Un provvedimento per tutte le grandi città d’arte».