Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La Corte costituzionale «salva» Bertoncello
VENEZIA La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della retroattività della legge «Spazzacorrotti», la norma introdotta un anno fa che esclude misure alternative alla detenzione per i reati più gravi contro la pubblica amministrazione. Scrive la Corte: «l’applicazione retroattiva di una disciplina che comporta una radicale trasformazione della natura della pena e della sua incidenza sulla libertà personale, rispetto a quella prevista al momento del reato, è incompatibile con il principio di legalità delle pene, sancito dall’articolo 25 della Costituzione». Il Tribunale di sorveglianza di Venezia era stato il primo ad avanzare dubbi sulla legittimità della retroattività, che avrebbe fatto finire in carcere chi era già stato condannato in passato e deve scontare residui di pena. E tra chi aveva rischiato di finire in carcere c’era il geometra Antonio Bertoncello, accusato di aver creato una rete di corruzione in vari uffici pubblici per «accelerare» le sue pratiche edilizie. Con la nuova legge spazzacorrotti, Bertoncello come molti altri, dopo aver già trascorso quasi un anno ai domiciliari e aver risarcito il danno rischiava di tornare in cella. Il geometra veneziano è stato condannato a una pena di 3 anni per la corruzione e di un anno e mezzo per furto di piantine catastali. Gli mancano 2 anni e un mese per la prima pena e tutta la seconda. Il suo avvocato Tommaso Bortoluzzi aveva presentato la richiesta di sconto del residuo di pena con l’affidamento in prova ai servizi sociali. ( e.bir.)