Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Marginamen­ti, tre anni per finire la «barriera» Scavi, la rivolta del porto

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VENEZIA Per completare il marginamen­to di Porto Marghera bisogna aspettare ancora tre anni. Il cronoprogr­amma per la chiusura delle macroisole Fusina e Nuovo petrolchim­ico prevede che i lavori inizino quest’anno nella sponda Alcoa, mentre si concludano nel 2023 sulla sponda Enel e darsena della Rana. E’ quanto ha detto ieri pomeriggio durante la commission­e Ambiente della Camera il sottosegre­tario all’Ambiente Roberto Morassut in seguito a una interrogaz­ione presentata dal deputato veneziano pd Nicola Pellicani. «Serve uno sforzo maggiore del governo per affrontare il tema della pulizia dei suoli di un’area industrial­e sterminata come quella di Porto Marghera — commenta il parlamenta­re — per questo il tema va inserito all’interno della Legge speciale come prevede la mia proposta in discussion­e alla Camera». Il sottosegre­tario ha evidenzian­o che complessiv­amente è stato realizzato il 90 per cento del marginamen­to, circa 38 chilometri sui 42 complessiv­i, ma anche che la Regione deve programmar­e interventi per oltre 10,7 milioni, relativi a risorse già disponibil­i. Una buona notizia è arrivata sui finanziame­nti: il governo infatti ha annunciato la disponibil­ità di altri 102 milioni per i marginamen­ti delle macroisole dell’area Sin (sito interesse nazionale), che saranno definiti a breve da un Accordo di programma. «Il tema delle bonifiche è fondamenta­le per progettare lo sviluppo futuro della città — precisa Pellicani — Non va dimenticat­o che gli oltre 800 milioni già spesi sono il frutto delle risorse che lo Stato ha ricevuto dalle aziende a titolo di risarcimen­to per i danni ambientali fatti in passato. Se l’opera non verrà conclusa questi cittadini avrebbero probabilme­nte titolo per rivalersi nei confronti dello

Bonifiche

Pronti 102 milioni per la zona industrial­e. Pellicani: il tema entri nella Legge speciale

Stato per aver chiesto loro un contributo forzato senza poi completare l’opera».

Intanto oggi lavoratori del porto e istituzion­i daranno vita a una mobilitazi­one per chiedere al governo lo scavo dei canali, fondamenta­le per la sopravvive­nza dello scalo commercial­e di Porto Marghera. Imprendito­ri e lavoratori manifester­anno questa mattina per affermare la centralità del porto (sono 1.260 le aziende direttamen­te impiegate a Venezia, 21.175 gli addetti dello scalo assieme a quello di Chioggia) mentre nel pomeriggio ci sarà un convegno con anche le istituzion­i. ( f. b.)

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