Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Cattolica, sì all’assemblea ma la decadenza retroattiva dei consiglieri è abusiva»
VERONA L’assemblea straordinaria di Cattolica? Non può non essere convocata. Ma la clausola transitoria di applicazione immediata dei nuovi requisiti è censurata senza mezzi termini. Sono le conclusioni a cui giungono i quattro pareri legali richiesti dal cda di Cattolica assicurazioni sull’assemblea straordinaria del 7 marzo ed ora pubblicati sul sito Internet della società, tra i documenti messi a disposizione dei soci. Pareri che giungono ad alcune conclusioni. Intanto, come spiega il notaio Gaetano Marchetti, che «al di fuori di richieste di delibere a contenuto sicuramente illecito o impossibile, gli spazi per rifiutare la convocazione dell’assemblea sono assai ridotti», e che «il fatto che la proposta non trovi il gradimento del consiglio non costituisce motivo per rifiutare la convocazione». Se il cda deve convocare l’assemblea, deve «doverosamente» esprimere le proprie valutazioni così come impugnare l’eventuale delibera approvata, «doverosa tutte le volte in cui la delibera possa produrre conseguenze dannose».
Sul punto decisivo delle norme transitorie che introducono subito le nuove regole sui limiti di mandato e di età, arrivando alla decadenza di el presidente Paolo Bedoni e di altri tre consiglieri, Marchetti le definisce «un palese tentativo per eludere la disciplina della revoca dell’amministratore e così del dovere di indennizzare chi sia stato revocato senza giusta causa». Con il risultato di essere «abusiva e come tale annullabile», oltre ad indicare un patto parasociale di fatto. Conclusioni condivise dagli altri pareri, con quello dell’avvocato Mario Cera che afferma come sarebbe stato «razionale stabilire una massimo di mandati di carica continuativi» e sottolinea i rischi che Ivass e Consob possano bloccarle.
Per parte loro, i soci proponenti delle modifiche replicano dicendosi «certi della legittimità delle proposte».