Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
LE ETÀ SENZA FINE DELL’AMORE
Dell’odierno San Valentino si può certamente dire che è un evento commerciale e che comunque non nasconde la serie incessante di femminicidi, come ci segnala la sanguinosa cronaca di queste ultime settimane (già 13 le donne uccise quest’anno). Tuttavia San Valentino può divenire utile se si fa occasione per riflettere su quella grande forza psichica che è l’amore. Un sentimento di cui diamo spesso per scontato di esserne buoni conoscitori, senza saperlo in realtà vivere al meglio godendo delle sue capacità letteralmente rivoluzionarie e al tempo stesso evitando i suoi rischi distruttivi. Davvero dovremmo tutti riflettere sull’amore. Innanzitutto i giovani, ovviamente, che si approcciano per la prima volta a questa energia potente e misteriosa. «La gioventù è un sogno, l’amore il suo contenuto», diceva il filosofo danese Kierkegaard. Certo, quando si è giovani innamorarsi sembra facile e naturale, eppure non mancano già le prime delusioni, le sofferenze, le illusioni. Perché occorre imparare al più presto a conoscere ed a maneggiare con grande cura e delicatezza questo importante motore emotivo che chiamiamo amore. Poi c’è l’età di mezzo, in cui spesso – come sanno i quarantenni e i cinquantenni – ci si trova ad affrontare due sfide alternative tra loro. La prima – se la coppia funziona – è quella della rigenerazione continua di quel patto fondante da cui è partita l’avventura amorosa.
Una
relazione fragile come tutte le relazioni umane che però, come scrisse Thomas Mann, acquista attraverso l’amore «una stabilità che sfida il tempo». Certo, non è mai esistito quell’amore che senza fatica dura per sempre. Il «vissero felici e contenti» va bene per le fiabe, ma la realtà esige un impegno di continua manutenzione. Altrimenti occorre gestire il dolore del disinvestimento affettivo e riprendere a saper amare: perché «Non è il primo amore che conta, è l’ultimo», afferma Romagnoli nel suo «Senza fine. La meraviglia dell’ultimo amore». Molto meglio, se imparassimo anche un buon galateo degli addii che tanto manca nelle travagliate rotture amorose attuali. Infine invecchiando si arriva alla terza e anche quarta età. Solo che amore e sessualità non vanno in soffitta. L’invecchiamento attivo è esigente, non vuole abdicare nemmeno sessualmente. Non è un caso se i divorzi degli anziani oggi siano il 20% del totale. Anche in questa nuova fase, innamoramento e amore danno pienezza alla vita che rimane e sono un ottimo anti-età. L’invecchiamento longevo diventa così una inedita occasione per amare e farsi amare a lungo. Non era mai successo.