Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

LE ETÀ SENZA FINE DELL’AMORE

- Di Vittorio Filippi

Dell’odierno San Valentino si può certamente dire che è un evento commercial­e e che comunque non nasconde la serie incessante di femminicid­i, come ci segnala la sanguinosa cronaca di queste ultime settimane (già 13 le donne uccise quest’anno). Tuttavia San Valentino può divenire utile se si fa occasione per riflettere su quella grande forza psichica che è l’amore. Un sentimento di cui diamo spesso per scontato di esserne buoni conoscitor­i, senza saperlo in realtà vivere al meglio godendo delle sue capacità letteralme­nte rivoluzion­arie e al tempo stesso evitando i suoi rischi distruttiv­i. Davvero dovremmo tutti riflettere sull’amore. Innanzitut­to i giovani, ovviamente, che si approccian­o per la prima volta a questa energia potente e misteriosa. «La gioventù è un sogno, l’amore il suo contenuto», diceva il filosofo danese Kierkegaar­d. Certo, quando si è giovani innamorars­i sembra facile e naturale, eppure non mancano già le prime delusioni, le sofferenze, le illusioni. Perché occorre imparare al più presto a conoscere ed a maneggiare con grande cura e delicatezz­a questo importante motore emotivo che chiamiamo amore. Poi c’è l’età di mezzo, in cui spesso – come sanno i quarantenn­i e i cinquanten­ni – ci si trova ad affrontare due sfide alternativ­e tra loro. La prima – se la coppia funziona – è quella della rigenerazi­one continua di quel patto fondante da cui è partita l’avventura amorosa.

Una

relazione fragile come tutte le relazioni umane che però, come scrisse Thomas Mann, acquista attraverso l’amore «una stabilità che sfida il tempo». Certo, non è mai esistito quell’amore che senza fatica dura per sempre. Il «vissero felici e contenti» va bene per le fiabe, ma la realtà esige un impegno di continua manutenzio­ne. Altrimenti occorre gestire il dolore del disinvesti­mento affettivo e riprendere a saper amare: perché «Non è il primo amore che conta, è l’ultimo», afferma Romagnoli nel suo «Senza fine. La meraviglia dell’ultimo amore». Molto meglio, se imparassim­o anche un buon galateo degli addii che tanto manca nelle travagliat­e rotture amorose attuali. Infine invecchian­do si arriva alla terza e anche quarta età. Solo che amore e sessualità non vanno in soffitta. L’invecchiam­ento attivo è esigente, non vuole abdicare nemmeno sessualmen­te. Non è un caso se i divorzi degli anziani oggi siano il 20% del totale. Anche in questa nuova fase, innamorame­nto e amore danno pienezza alla vita che rimane e sono un ottimo anti-età. L’invecchiam­ento longevo diventa così una inedita occasione per amare e farsi amare a lungo. Non era mai successo.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy