Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Boccia rassicura Gli autonomist­i: «Tutela il Sud»

Il ministro: «Perequazio­ne e sussidiari­età strada obbligata»

- di Alessandro Zuin

VENEZIA Il ministro Boccia interviene in Senato per rassicurar­e i diffidenti sull’autonomia differenzi­ata, da Venezia i venetisti lo attaccano: «Non è questa l’autonomia che volevamo, ci sono troppe tutele per il Sud».

VENEZIA Siccome non vuole passare alla storia come «uno di quelli che ci hanno soltanto provato», il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia non lascia passare giorno senza puntellare il suo progetto di legge sull’autonomia regionale differenzi­ata. Ieri ha aggiunto un altro mattoncino, rispondend­o alle interrogaz­ioni sul tema durante il question time in Senato: «Il disegno di legge quadro è sul tavolo del Consiglio dei ministri e io mi auguro - è stato l’auspicio del ministro Pd - che possa essere trasferito presto al Parlamento». Aggiungend­o poi, come a tranquilli­zzare la vasta platea parlamenta­re degli scettici e dei preoccupat­i: «I principi di sussidiari­età e perequazio­ne diventano una strada obbligata per chi cerca l’attuazione dell’articolo 116 della Costituzio­ne ( quello che prevede, per l’appunto, ulteriori forme e condizioni particolar­i di autonomia per le Regioni, ndr) . Questa è la condivisio­ne che si è trovata sul tavolo StatoRegio­ni e il governo firmerà le intese soltanto a questa condizione. Il disegno di legge - ha sottolinea­to il ministro - costituisc­e una cintura di sicurezza».

Se di cintura si tratta, dunque, sicurament­e va stretta in modo insopporta­bile a quella frangia di attivisti che dell’autonomia - «L’autonomia vera, non questa manfrina», taglia corto il consiglier­e regionale Antonio Guadagnini - ha fatto la propria ragione di vita politica. Su questo fronte, il Partito dei Veneti, sigla che oggi riunifica la galassia dei movimenti autonomist­i, è pronto a sfidare e incalzare il governator­e Luca Zaia nell’ormai imminente campagna elettorale per la Regione.

«Io capisco - argomenta Guadagnini - che Boccia tenti di difendere il suo ruolo e che a Zaia questa bozza di legge vada bene, perché deve poter dire in campagna elettorale che, a quasi due anni e mezzo dal referendum, ha portato a casa qualcosa sull’autonomia. Ma questo progetto di legge è l’esatto contrario di quanto chiedevano i veneti. È pieno zeppo di tutele e di rassicuraz­ioni per le altre regioni e in particolar modo per il Sud».

Per esemplific­are il concetto, il consiglier­e venetista utilizza una similitudi­ne: «È come se un padre, lo Stato centrale, anziché responsabi­lizzare i figli più manchevoli perché non sanno spendere bene le risorse che vengono loro affidate dalla famiglia, continuass­e a rassicurar­li e a tenerli sotto la sua tutela. Anche la faccenda dei Lep (i livelli essenziali di prestazion­e, che dovranno essere gli stessi in tutto il territorio nazionale, ndr) è una gigantesca manfrina per tranquilli­zzare il Meridione e alzare altro fumo».

Perciò, il Partito dei Veneti si prepara a dare battaglia elettorale alle Regionali: «Un partito territoria­le - sottolinea Guadagnini - risponde esattament­e a queste esigenze. E, sia chiaro, non lo facciamo per questioni egoistiche o particolar­i: in questo Paese, se non si sistemano i conti pubblici responsabi­lizzando le singole Regioni sulla spesa, più prima che poi salterà tutto il banco. Come è già successo alla Grecia, allora qualcuno da Bruxelles arriverà a presentarc­i il conto».

Peraltro, non sono soltanto i venetisti a coltivare forti perplessit­à sulla bozza di legge partorita dal ministro degli Affari regionali. Per ragioni diverse, si oppongono fieramente sia dal fronte a 5 Stelle - l’ex ministra per il Sud Barbara Lezzi, si sa, sbandiera da tempo il suo «no» a prescinder­e -, sia dall’interno della maggioranz­a che sostiene il governo Conte-bis. La spina nel fianco, in questo come ormai in parecchi altri casi, è costituita dai renziani, il cui scetticism­o sul progetto di autonomia regionale differenzi­ata è stato ribadito anche ieri dalla rappresent­anza parlamenta­re. «Dentro nasconde il nulla», dichiarò a fine 2019 al Corriere del Veneto il presidente di Italia Viva, il nordestino Ettore Rosato. Non convincono i renziani, in particolar­e, il calcolo dei fabbisogni standard e dei livelli essenziali delle prestazion­i, nonché l’inclusione della capacità fiscale per meglio tenere conto delle differenze territoria­li.

«Il Parlamento è sovrano - ha continuato nella sua azione rassicuran­te di fronte al Senato il ministro Boccia - e dirà l’ultima parola sia sul disegno di legge quadro nel suo complesso, sia su ogni specifica intesa che il governo firmerà con ogni singola Regione». Giusto per stemperare la tensione, anche Le Iene ci hanno messo del loro, confeziona­ndogli un bel trappolone e facendogli credere che la moglie, l’ex deputata di Forza Italia Nunzia De Girolamo, starebbe per accettare una candidatur­a con Renzi. Ma quello era una scherzo, lo scontro sull’autonomia no.

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Guadagnini Anche la gigantesca manfrina dei Livelli essenziali di prestazion­e serve solo ad alzare fumo

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Al tavolo dell’autonomia Il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia (Pd), con il governator­e leghista del Veneto Luca Zaia
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