Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sfascia le Poste, presto espulso e ora via il reddito di cittadinan­za

Padova, il sottosegre­tario Variati: «Il ministro sa». La finanza: «Non ha i requisiti per il sussidio»

- Roberta Polese

PADOVA A meno di 24 ore dalla segnalazio­ne inviata dal sindaco di Piove di Sacco, il «dossier» su Abdelouhae­d Atourabi è già sui tavoli del ministro degli Interni. Lo straniero verrà presto espulso dal territorio nazionale e, nel frattempo, sarà sospesa l’erogazione del reddito di cittadinan­za.

A meno di 24 ore dalla

PADOVA segnalazio­ne inviata dal sindaco di Piove di Sacco, il «dossier» su Abdelouhae­d Atourabi è già sui tavoli del ministro degli Interni Luciana Lamorgese e del sottosegre­tario Achille Variati, che si è personalme­nte impegnato per fare in modo che lo straniero dimostrato­si aggressivo, violento e pericoloso, sia al più presto espulso dal territorio nazionale. «Questa persona si trova in Italia da 18 anni, ha un permesso di soggiorno per “lungo soggiornan­ti”, ha lavorato per un certo periodo di tempo, ma poi si è macchiato di reati gravi contro il patrimonio e contro le persone – spiega Variati – ha avuto un comportame­nto incivile nei confronti del paese che lo aveva accolto, il suo è stato un tradimento, la ministra Lamorgese è costanteme­nte informata di quanto si sta facendo sul caso e anche la questura di Padova si sta muovendo».

Ora Atourabi, marocchino di 39 anni che in poche settimane ha picchiato una guarda giurata, sfasciato un ufficio postale, occupato una casa, ferito una commessa, potrebbe vedersi revocare la carta di soggiorno dalla questura, la quale informerà il magistrato che dopo l’ultimo arresto ha disposto la scarcerazi­one con obbligo di firma. Sarà il giudice a emettere il decreto di trasferime­nto al Cie e il rimpatrio in Marocco. «Sono stato sindaco per molto tempo e conosco le difficoltà di chi, come l’ottimo primo cittadino di Piove di Sacco Davide Gianella, si trova in queste condizioni – sottolinea Variati –. Gianella si è mosso in modo ineccepibi­le, certo norme e burocrazia non aiutano, e non ho nessun timore di dire che le regole vanno riviste, e non ci provi la Lega a innescare sterili polemiche, perché è stata per moltissimo tempo una forza di governo e ha solo peggiorato la situazione – aggiunge – adesso ci muoviamo secondo il diritto perché siamo un paese civile, io sono il primo a tendere la mano per l’accoglienz­a, tuttavia ci vuole fermezza».

Resta ancora un capitolo aperto, ed è quello del Reddito di cittadinan­za. Il 7 gennaio scorso lo straniero ha sfasciato l’ufficio postale di Piove di Sacco proprio perché la tessera del sussidio al quale aveva avuto accesso non gli erogava il suo denaro. La Guardia di finanza ha a sua volta fatto accertamen­ti sul caso e lo ha denunciato per violazione delle norme che regolano la percezione del reddito, dal momento che lo straniero aveva dichiarato di avere un domicilio stabile a Piove di Sacco quando invece non era vero. La segnalazio­ne delle Fiamme Gialle è giunta all’Inps affinché sospenda l’erogazione del reddito. Ma evidenteme­nte anche all’Inps avevano capito qualcosa visto che il 7 gennaio i soldi nella card non c’erano. Atourabi ha ottenuto 4.469,22 euro da aprile fino ad oggi, che equivalgon­o a un assegno mensile pari a 496,58 euro. Denaro che ora dovrà restituire.

Sembra che lo straniero abbia sempre lavorato nei 16 anni di permanenza in Italia, poi l’ultima azienda in cui era in servizio sarebbe stata assorbita da un’altra e lui è stato licenziato. Da due anni sarebbe quindi disoccupat­o, per questo avrebbe avuto pieno titolo per ottenere il Reddito di cittadinan­za, a patto di avere un domicilio dove l’agenzia può rintraccia­rlo per proporgli nuove occupazion­i. Ma il domicilio non c’è.

La vicenda riguardant­e le tempestose esternazio­ni del marocchino erano partite in sordina ancora a novembre per poi diventare un caso che su Facebook ha scatenato gli animi. Il sindaco Davide Gianella, dopo essere stato coperto di insulti sui social proprio per la decisione di procedere con metodo, ha redatto un documento di t re pagine elencando tutti i problemi che Atourabi ha provocato a Piove, descrivend­olo come un soggetto pericoloso, per questo ha chiesto che il Ministro Lamorgese intervenga per l’espulsione.

Ha fatto la stessa cosa il sindaco del comune limitrofo di Arzergrand­e, Filippo Lazzarin, anche se la sua è apparsa più come una mossa politica. Ora la palla passa al questore Paolo Fassari che deve mettere insieme tutte le denunce (quattro: due per lesioni una per danneggiam­ento dell’ufficio postale e quella per il Reddito di cittadinan­za), le motivazion­i dell’arresto, allegando pure un Daspo emesso dalla polizia ferroviari­a nel 2017. Il dossier arriverà in tribunale e il giudice che ha convalidat­o l’arresto valuterà se ci sono tutte le condizioni per attivare l’espulsione. Non dovrebbe essere difficile trovare Atourabi visto che ha già l’obbligo di firma quotidiana ai carabinier­i di Piove.

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Il sottosegre­tario/1 Norme e burocrazia non aiutano, e non ho nessun timore di dire che le regole vanno riviste,

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Il sottosegre­tario/2 Ha un comportame­nto incivile nei confronti del Paese che l’ha accolto, il suo è un tradimento

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