Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Riciclati al Casinò diciannove milioni
L’azienda: noi trasparenti, usati per illeciti. La Finanza ha denunciato 13 persone
VENEZIA Una rete di riciclaggio per oltre 19 milioni di euro che usava il Casinò di Venezia per cambiare assegni. E’ quella che hanno scoperto le fiamme gialle di Frosine al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia di tredici persone. «Il Casinò è stato usato — spiega l’assessore alle Partecipate Michele Zuin — nella sede sono stati cambiati assegni nei limiti imposti dalla normativa vigente: nessuna persona interna alla casa da gioco è implicata».
VENEZIA Una rete di riciclaggio per oltre 19 milioni di euro che usava il Casinò di Venezia per cambiare assegni. E’ quella che hanno scoperto le fiamme gialle del Gruppo di Frosine al termine di un’operazione che ha portato alla denunc i a d i tredici persone responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, bancarotta, riciclaggio ed omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. «Il Casinò da quello che si evince dall’indagine è stato usato — spiega l’assessore alle aziende Partecipate Michele Zuin — nella sede sono stati cambiati assegni nei limiti imposti dalla normativa vigente: nessuna persona interna alla casa da gioco è implicata». Tutto è partito dalle investigazioni nei confronti di due pluripregiudicati per reati contro il patrimonio (un ciociaro ed un romano) che avevano fatto numerose operazioni di cambio assegni e versamento in contanti per un ammontare di oltre 500 mila euro (frutto di riciclaggio proveniente dal fallimento di alcune società) presso le casse del Casinò di Venezia.
Il «trucco» era proprio questo, grazie ad importi frazionati sempre al di sotto della soglia consentita dalla normativa vigente. Oltre alle prime due persone, lo sviluppo delle indagini ha consentito alla Guardia di Finanza di individuare ulteriori dieci individui originari della Campania e delle Puglia (tutti pregiudicati e nullatenenti) all’interno delle sale della casa da gioco negli stessi giorni ed orari in cui erano presenti il ciociaro e il romano, che hanno effettuato operazioni di cambio assegno e versamento in contanti per oltre 18 milioni. «Abbiamo proceduto a indagini bancarie e analizzato la documentazione che il Casinò ci ha fornito — ha spiegato il capitano delle fiamme gialle di Frosinone Angelo Guglietta — Non emergerebbero responsabilità da parte della Casa da gioco veneziana, che anzi ha collaborato, mentre è ovviamente diversa la posizione dell’agenzia di porteur
Winner player, che ha dato anche il nome all’operazione». L’agenzia infatti (con sede dichiarata nel Regno Unito ma in realtà operante in Italia e riconducibile a un cittadino italiano iscritto all’Aire) si occupava di portare i clienti al Casinò, che le riconosceva un corrispettivo in misura percentuale agli importi che ogni singole giocatore utilizzava sui tavoli verdi. Cinque milioni di euro in cinque anni che, in maniera illecita attraverso la falsa residenza all’estero dichiarata della società, non erano stati sottoposti a tassazione in Italia. Di più: l’analisi della documentazione ha permesso di risalire alla provenienza degli assegni utilizzati al Casinò, di individuare le somme di denaro depositate all’estero per circa 20 milioni di euro e quantificare le giocate effettuate attraverso l’agenzia di porteur presso la casa da gioco in complessivi 81 milioni tra il 2012 e il 2017.
«Grazie alla Guardia di Finanza, che riesce a risolvere questi episodi ai quali il Casinò non potrebbe comunque arrivare», precisa l’assessore alle Partecipate Michele Zuin. Dello stesso avviso il presidente del Casinò Maurizio Salvalaio: «In questi quattro anni non è emersa nessuna responsabilità da parte nostra, il comportamento della Casa da gioco di Venezia, è specchiato». (r. c.)