Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ponte Morandi, fantocci di Benetton e Toscani con le mani insanguinate
TREVISO Non è stato sufficiente allontanare Oliviero Toscani da Fabrica per allontanare le frasi di Toscani sul Ponte Morandi da Luciano Benetton. Questa volta la polemica prende la forma di due fantocci con le mani sporche di sangue (il sangue delle vittime del crollo), abbandonati sulla ringhiera ai piedi della redazione del Secolo XIX, a Genova. Indossano una tuta bianca, di quelle usa e getta, sono riempiti di carta. I volti sono quelli del fondatore del gruppo tessile e industriale, e quello del fotografo ex direttore di Fabrica, con cui la collaborazione è stata bruscamente interrotta la scorsa settimana dopo una scomposta e offensiva dichiarazione in radio. Il pupazzo che rappresenta Luciano Benetton ha sul petto un foglio scritto a mano a grandi lettere: «Amo i soldi, odio la gente. Tanto nessuno revoca niente». Il pupazzo con la faccia di Toscani ne ha un altro più secco: «Sono un pezzo di m...». Si tengono per mano. Ed è un messaggio forte e chiaro che arriva dalla città più coinvolta, non solo emotivamente, dalla tragedia del Ferragosto 2018 quando 43 persone morirono a causa del cedimento del ponte. E proprio qui si innesca la reazione (ancora non rivendicata) della notte scorsa. Toscani, nel corso di un’intervista, aveva detto: «Ma a chi interessa se casca un ponte?». Non era bastato scusarsi pubblicamente perché istituzioni, mondo politico e familiari delle vittime erano già insorti. Il giorno dopo, con una dura nota su carta intestata United Colors, era stata annunciata la chiusura immediata del rapporto professionale.
Ieri ecco l’ennesimo duro colpo per la famiglia Benetton, i fantocci con le mani insanguinate, ma il «no comment» è ormai da tempo la risposta con cui il gruppo industriale cerca di smorzare le polemiche. Sull’episodio indagano i carabinieri di Genova: la pista più probabile al momento è legata a movimenti di estrema destra che usano con maggiore consuetudine la modalità del simulacro, anche così acconciato; non si esclude però alcuna ipotesi, nemmeno una protesta legata a centri sociali, ad associazioni o comitati spontanei. Non è considerata una minaccia per la famiglia Benetton o l’azienda, ma un attacco offensivo per il quale si procede con una denuncia a carico di ignoti. Sarà eventualmente la famiglia a dover sporgere denuncia, ma il quartier generale di piazza Duomo preferisce il silenzio.
Dal crollo del Morandi per i Benetton è iniziato un periodo nero, fatto di accuse e tensioni fra politica e finanza, a partire dalle discussioni sulla revoca della concessione di Autostrade. L’ultima polemica è scoppiata il 31 gennaio dopo la pubblicazione della foto della discordia con le Sardine in trasferta a Fabrica, il centro culturale diretto da Toscani. Le Sardine stesse si erano dissociate chiedendo di non essere «strumentalizzate». La brutta uscita in radio di Toscani è stata punita, ma c’è chi non perdona e chiede vendetta.
No comment Come altre volte in passato la famiglia non ha voluto replicare