Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Reyer, ruggito di Coppa

I campioni d’Italia superano la Virtus Bologna in un quarto di finale thriller Dopo una partenza lampo il match va all’overtime, la decide Daye. È la prima semifinale

- Enrico Schiavina

PESARO Spezzata la maledizion­e, è una gran vittoria quella della Reyer nei quarti di Coppa Italia sulla Virtus Bologna. Di un punto al supplement­are, a cui si è condannata con le proprie mani sbagliando quattro tiri liberi in fila (De Nicolao e prima Daye) in chiusura di regolament­ari, tremando e rischiando mille volte di crollare, ma uscendone alla fine viva.

La deve vincere due volte, o forse tre o quattro, perché anche al supplement­are è stata più volte sotto e c’è voluta una perla di Daye dalla media, un tiro difficilis­simo, sul -1 allo scadere, per portarla a casa, ma alla fine la vince lo stesso e forse per questo è ancora più dolce questa prima vittoria in una Final Eight dopo tante cocenti delusioni in questo torneo che si conferma folle, la testa di serie numero uno Bologna subito a casa. Dopo quattro eliminazio­ni consecutiv­e al primo turno, sette su altrettant­e presenze in Final Eight dal 2012 a oggi, la Reyer va in semifinale ed è già un traguardo storico: l’unica altra volta che in Coppa Italia il club orogranata si era mai spinto oltre i quarti è stato nel lontano 1969. E’ con un quintetto piccolo che De Raffaele impatta benissimo il match, De Nicolao-Tonut-Chapell, sono i tre esterni con cui la

Reyer parte sparata, 11-0 dopo 2’40” e prende fiducia, e sono un po’ la chiave della serata. Massimo scarto +14 , pur sprecando qualcosa in lunetta (2/5). La difesa fa il suo lavoro, soprattutt­o nel primo quarto, ma tutto sommato anche dopo, Teodosic fermo a 1/9 e 0 assist al riposo, il resto della Segafredo poca roba, in partita il solo Weems. Solo che ogni volta che immette tonnellagg­io l’Umana sembra perdere lucidità, oltre che palloni (già 11 al riposo), molti in modo banale, consentend­o alla V nera di limare quasi tutto il passivo.

Un 12-5 in 3’ di inizio ripresa ed è già aggancio e sorpasso, Segafredo che sembra già padrona del campo, invece la partita si congela, per lunghi minuti in mano a nessuno, 1513 il parziale di un terzo quarto pieno di errori da una parte e dall’altra, è lì che sfuma l’occasione di prenderla in pugno, ma ancora Tonut ruba, segna e fa +5 a 7’ dalla fine (gran partita la sua) ma è l’ultima illusione di poterla controllar­e. La partita si trasforma invece in un confuso punto a punto, mille sorpassi e mille episodi, occasioni su occasioni sprecate, anche dai giocatori più esperti di entrambe le squadre. Con 7 punti in fila di Ricci che sorpassa (62-60), tre liberi a Tedoosic che ne mette solo due (67-68), l’instant replay che ribalta una rimessa chiave a 40” dalla fine, la difesa che tiene su Hunter, poi il tremendo 0/2 ai liberi di Daye, Teodosic che a sua volta ne mette uno solo (68-68) e poi pesta la riga lasciando 7 secondi sul cronometro. Prende fallo De Nicolao ma anche lui, incredibil­mente, fa 0/2: è overtime a 68-68. Qui ne segna 6 in fila il cecchino Bramos, Chapell da sotto allarga a +4 ma succede ancora di tutto. Hunter ne fa due e sorpassa ancora (81-80) ma Daye inventa il canestro della partita e spedisce i suoi in semifinale.

Un giorno di riposo oggi, prezioso quanto mai prima di affrontare domani (ore 17.45) un’altra prova durissima: c i sarà l’Olimpia Milano a contendere il posto in finale, che ha battuto senza difficoltà Cremona. 86-62. Ma ora che l’incantesim­o è rotto, ci sta davvero di provare ad andare fino in fondo.

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