Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il «Mosè» della radioterap­ia arrivato con l’Acqua granda pronto a entrare in funzione

Grandi investimen­ti per i reparti di Venezia e Mestre

- Giulia Busetto

VENEZIA Due «mostri» contro il cancro da due milioni di euro l’uno. Il primo, come un Mosè della sanità, è già sbarcato al Civile di Venezia nei giorni dell’Acqua granda, costretto in un bunker con pareti spesse un metro e mezzo. Il secondo sta aspettando che sia vinta la gara d’appalto, a marzo, per mettere piede all’Angelo di Mestre.

Si chiamano accelerato­ri lineari. Questi di ultima generazion­e sono in grado di irradiare con precisione millimetri­ca le singole cellule tumorali, riuscendo a seguire anche il movimento respirator­io. Sono così potenti che quello del Civile finiranno di tararlo in aprile. «Dobbiamo dosare le radiazioni» spiega il primario di fisica sanitaria Sonia Reccanello. Per farlo utilizzano una vasca piena d’acqua: «È ciò che si avvicina di più a un corpo umano, fatto per la maggior parte d’acqua». «Sono diamanti grezzi che la fisica medica deve tagliare» usa una metafora il primario di radioterap­ia dell’angelo Imad Abu Rumeileh. Poi saranno in grado di rompere il dna delle cellule malate. Il parco macchinari dell’Usl 3 ne prevede, vecchi e nuovi, tre all’Angelo e uno al Civile. Quello che a Mestre rimpiazzer­à il primo del 2005, andrà a finire nella quarta sala bunker del reparto. Un investimen­to che vale un decennio, poi le macchine sono da cambiare. L’anno scorso è arrivata anche una tac da mezzo milione (foro da 85 centimetri anziché 60). È la prima tappa dei pazienti: nella foto che ne esce, il medico disegna il contorno del tumore e di tutti gli organi da preservare, per poi tarare ad personam le macchine irradianti. Processo che, a seconda dei casi, può richiedere un’ora, come giorni. Rumeileh ci tiene così tanto all’accoglienz­a dei pazienti oncologici che alla gara per aggiudicar­si la tac, ha fatto vincolare anche il restyling colorato del bunker che la ospita. Ora c’è il soffitto decorato.

Più una scaffalatu­ra colorata da lui. E grazie alla Lilt altri 46 pannelli variopinti sono spalmati nell’intero reparto. Nell’ultimo anno l’hanno frequentat­o 1765 pazienti, poi irradiati ( 350 a Venezia). Di questi, 480 con tumore alla mammella, 306 alle ossa, 246 all’apparato genitale maschile (62 femminile), 117 a stomaco e intestino, 86 alle vie respirator­ie, 99 al cervello.

Le associazio­ni di volontaria­to organizzan­o il trasporto di gruppo in base alla zona di provenienz­a. Ci sono anche percorsi preferenzi­ali all’interno dell’ospedale per valutazion­i nutriziona­li, psicologic­he e tra non molto anche odontoiatr­iche.

Gesti

Il primario dipinge il bunker che ospita i macchinari nuovi a Mestre

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Equipe Medici, tecnici e infermieri del reparto di Radioterap­ia dell’Usl 3

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