Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Due anni per la morte dei pescatori in laguna «Presto per il perdono»

Bastasin patteggia. Il legale: una tragedia per tutti

- A. Zo.

VENEZIA «Non li ho visti, non so come possa essere successo», continua a ripetersi lui, ogni giorno da un anno e mezzo. Ora l’assicurazi­one ha risarcito i famigliari delle vittime con oltre un milione e mezzo di euro e anche grazie a ques to I van Bas tas in, 29enne veneziano della Giudecca, ha potuto patteggiar­e una condanna due anni con la pena sospesa per il tragico incidente in laguna del 3 agosto 2018, quando travolse e uccise i due pescatori Renzo Rossi e Natalino Gavagnin. Il via libera è arrivato ieri dal gip Francesca Zancan, che ha sancito l’accordo tra il pm titolare dell’inchiesta, Giovanni Zorzi, e l’avvocato dell’imputato, Renato Alberini. «E’ l’epilogo di quella che è stata una tragedia per tutti - commenta Alberini - Ovviamente in maniera diversa da chi ha perso la vita, anche il responsabi­le si porterà dietro per sempre questo peso».

Lo schianto era avvenuto poco prima di mezzanotte. Bastasin stava percorrend­o il canale di San Nicolò con il suo barchino, con tre amici a bordo dopo una serata in compagnia. Poco dopo il forte Sant’Andrea, il mezzo aveva però impattato contro la barca su cui c’erano Rossi e Gavagnin, entrambi 69enni di Castello, impegnati in una battuta di pesca, la loro grande passione condivisa. Le indagini avevano ricostruit­o una velocità di circa 40 chilometri all’ora, il doppio di quella prevista in quel tratto di laguna. Bastasin fin da subito aveva detto di non averli visti, ipotizzand­o che fossero senza luci. In realtà era emerso che una lanterna c’era, probabilme­nte poco luminosa, ma secondo l’accusa la causa principale dell’incidente era stata proprio la velocità, che aveva impedito una virata all’ultimo secondo. Rossi, tassista che in passato era stato anche pilota dell’Actv, era stato recuperato subito dopo dai soccorrito­ri ma era morto durante il trasporto in ospeda l e , mentre il corpo di Gavagnin, infermiere dell’ospedale Civile in pensione, era stato trovato solo più di un’ora dopo.

Le famiglie delle due vittime a v e v a n o sempre sottolinea­to come in prossimità dell’incidente non fosse stato eseguito l’alcoltest a Bastasin, anche perché le regole della navigazion­e sono completame­nte diverse da quelle della strada. «Questa tragedia ha messo in luce vari problemi di gestione di questo tipo di incidenti», sottolinea l’avvocato Andrea Bodi, a cui si erano rivolti i famigliari. Ieri Bastasin non era in aula, così come i parenti delle vittime e così si è evitato un doloroso faccia a faccia. «Da parte sua non c’è mai stato un tentativo di avviciname­nto, per cui parlare di perdono è molto prematuro», aggiunge l’avvocato Bodi. «Avevamo il timore che una lettera di scuse potesse essere vista come un’azione opportunis­tica o strumental­e - spiega invece l’avvocato Alberini - La cosa più importante in questa fase era quella di attivarsi con l’assicurazi­one perché almeno ci fosse un tempestivo risarcimen­to del danno».

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