Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Annunci-truffa on line, denunciate 13 persone

Pagavano ma non avevano la merce, truffate decine di clienti. L’indagine partita da Marcon

- Eleonora Biral

MARCON Elettrodom­estici, attrezzatu­re per la casa, anche macchine da cucire. Le foto erano realistich­e, gli annunci sembravano seri e gli inserzioni­sti, al primo contatto, erano sempre molto disponibil­i e precisi a rispondere alle richieste di informazio­ne. Abbastanza affidabili da fare in modo che i compratori decidesser­o di pagare l’acquisto. Ma, puntualmen­te, tutti rimanevano a mani vuote perché quello che pensavano di aver comprato non esisteva. Gli annunci erano falsi e gli inserzioni­sti truffatori.

È partita dalla stazione dei carabinier­i di Marcon l’indagine che, nei giorni scorsi, ha portato a denunciare tredici persone, profession­iste dei raggiri online. Vivono tutti tra le province di Brescia e Bergamo, in Lazio e in Sardegna e alle loro spalle hanno una lunga lista di precedenti per gli stessi reati. Tutto è cominciato a marzo dello scorso anno, quando ai militari di Marcon sono arrivate alcune denunce da parte delle vittime dei raggiri. Persone residenti in tutta Italia, alcune delle quali veneziane, che erano cadute nella trappola degli inserzioni­sti che avevano pubblicato annunci di vendita di merce «fantasma» su diversi siti, soprattutt­o Subito.it. Le indagini, che si sono concentrat­e su otto episodi, hanno portato a ricostruir­e il trucco architetta­to dalla banda che sarebbe riuscita a racimolare circa 13mila euro. Gli indagati utilizzava­no fotografie false per simulare il possesso degli articoli in vendita. Una volta contrattat­o il prezzo con i compratori, si facevano versare il denaro su carte di credito ricaricabi­li. Poi i soldi venivano riversati su altri conti o prelevati: un modo per farli sparire il prima possibile. E le carte di credito erano spesso intestate a prestanome, probabilme­nte complici, le cui posizioni sono al vaglio dei carabinier­i. Al termine dell’indagine, con la denuncia sono state effettuate anche delle perquisizi­oni che hanno permesso di recuperare e restituire ai legittimi proprietar­i quasi il 75 per cento delle somme complessiv­e.

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