Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Veneto Banca, la posizione dei dipendenti sarà archiviata
TREVISO (m.c.) «Ce lo aspettavamo. Apriremo un nuovo fascicolo, ma credo che l’impostazione sarà diversa da quella di Verbania». Il sostituto procuratore Massimo De Bortoli, che con la collega Gabriella Cama coordina le inchieste su Veneto Banca, accoglie così la decisione del Gup del tribunale piemontese che ha rinviato a Treviso, per competenza territoriale, l’inchiesta con 43 capi d’accusa per truffa aggravata a carico dell’ex ad Vincenzo Consoli e di altri 40 tra direttori e addetti di filiale.
De Bortoli e Cama potrebbero ripartire dalla richiesta di rinvio a giudizio; ma è chiaro che l’inchiesta farà un passo indietro. Per omologarsi all’impostazione di quella analoga che, a Treviso, è arrivata alla chiusura indagini e che vede indagati Consoli e cinque dirigenti, per associazione a delinquere finalizzata a una truffa da 107 milioni di euro, a danno di oltre 2200 vittime. Da quella di Verbania saranno probabilmente archiviate le posizioni dei dipendenti. Precisa il magistrato: «Siamo convinti che non fossero in grado di sapere: mancavano loro le informazioni corrette, che le azioni che vendevano non avevano un valore corrispondente a quello dichiarato». Il castello accusatorio per le truffe trevigiane è basato sul fatto che Consoli e il management avrebbero costituito un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, inducendo in errore i dipendenti.
Ed è già battaglia sul momento in cui si sarebbe consumato il reato. Per la difesa dell’ex ad nel momento in cui il titolo è stato venduto, con gran parte dei capi d’accusa già prescritti. Per la procura quando le azioni hanno perso valore: «Ci sono sentenze della Cassazione – precisa De Bortoli -, per cui la truffa contrattuale si verifica con il danno. Qui con la liquidazione» .