Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zaia: «Voglio riaprire le scuole»
La Regione: stop all’ordinanza, serve l’ok di Roma. Conte: chi oggi lo chiede, ieri premeva per chiudere tutto
VENEZIA Zaia in pressing sul governo: vuole riaprire da lunedì scuole, teatri e musei. «Ma devo coordinarmi con Roma». I contagi salgono a 116: metà sintomatici.
Rispetto all’emergenza coronavirus, il Veneto avrebbe due «colpe»: aver fatto troppi tamponi, coinvolgendo anche le persone asintomatiche al contrario di quanto suggerito dale linee-guida dell’Oms, e aver anticipato il risultato dei test positivi, sovrastimando i casi confermati dall’Istituto superiore di sanità.
La doppia accusa, contenuta in un’intervista al Corriere della Sera, è arrivata ieri dall’igienista Walter Ricciardi, neoconsigliere del ministro Roberto Speranza per le relazioni dell’Italia con gli organismi sanitari internazionali. E la replica del governatore Luca Zaia non si è fatta attendere: per quanto riguarda il presunto eccesso di tamponi, ieri il governatore ha precisato: «Quando c’è stata la prima notizia su Vo’ e sembrava che fosse solo un focolaio, si è deciso di dare la possibilità ai cittadini preoccupati di fare i tamponi. Se questa è una colpa, abbiamo la colpa di avere detto che si voleva estendere il test ai residenti di una piccola comunità. Ma noi non abbiamo mai fatto i tamponi a tutti quelli che si presentano, abbiamo seguito le linee guida dell’Oms».
Per quanto riguarda il numero dei casi positivi, invece,
Zaia ha assicurato: «Non c’è stata alcuna sovrastima, sono stati tutti validati dall’Iss».
Ieri inoltre la Regione ha quantificato in «oltre 6.800» i tamponi eseguiti dall’inizio dell’emergenza (6.065 a Padova, 233 a Venezia, 85 a Verona e 44 a Treviso, oltre a quelli «in corso di refertazione») e ha diffuso uno schema basato proprio sulle precisazioni del ministro della Salute, Roberto Speranza, che spiega quando va eseguito il tampone su chi ha avuto contatti con i casi confermati. In sintesi: se il contatto è asintomatico basta la quarantena, senza tampone, se la sintomatologia è grave o anche solo lieve scatta il tampone.
In tutto ciò, bisogna ricordare che a metà febbraio l’Università di Padova aveva proposto alla Regione di estendere i tamponi alle persone asintomatiche, ricevendo un secco «no» dal dg della Sanità veneta, Domenico Mantoan. Ieri il professor Andrea Crisanti, il docente di Microbiologia e Virologia che aveva avanzato l’ipotesi, è tornato sulla polemica per ridimensionarla: «Mantoan ci ha solo ricordato che la nostra proposta non era in linea con le direttive nazionali. Per il resto, la collaborazione è stata totale: la Regione ci ha dato risorse in termini di materiale, personale e accesso ai reagenti. Come hanno funzionato le direttive nazionali, invece, è sotto gli occhi di tutti». Crisanti ieri è intervenuto anche per «sfatare il luogo comune che l’Italia ha fatto troppi test: fino a 5 giorni fa ne avevamo fatti solo cento, perché ci eravamo attenuti alle direttive di Regione e ministero». «Quello in nostro possesso è forse il più grande campione al mondo per verificare qual sia il tasso di riduzione dell’infezione — ha aggiunto — e per capire come l’infezione si trasmetta all’interno di un nucleo familiare e attraverso i contatti». Il responsabile del laboratorio di Microbiologia di Padova, centro per l’esame dei campioni in Veneto, ha ribadito: «L’obiettivo non è convivere col virus ma eliminarlo, quindi dobbiamo investire in prevenzione e controllo. L’eliminazione si raggiunge solo con la quarantena e il contenimento dei casi». Le previsioni
Tamponi
Sono quasi settemila quelli effettuati nei cluster veneti: «I casi positivi tutti validati»
Walter Ricciardi Igienista, è neo consigliere del ministro Speranza
Andrea Crisanti docente di Microbiologia e virologia al Bo
Consigliere del ministro
Il Veneto ha effettuato troppi tamponi, anche su soggetti asintomatici al contrario di quanto prescrivono le linee guida dell’Oms
Nessuna polemica
Con il dg Mantoan nessuna polemica, ci ha solo ricordato che la proposta di tamponi agli asintomatici non era in linea con le direttive
non sono incoraggianti: «Oggi stiamo vedendo quello che è successo tra 7 e 10 giorni fa, intanto i contatti tra le persone si sono moltiplicati e quindi c’è da aspettarsi un aumento dei casi. Non perché l’infezione è fuori controllo ma perché stiamo ancora accumulando casi del passato. Gli effetti delle misure li vedremo tra 7-10 giorni; se a quel punto i contagi non diminuiranno, le autorità nazionali dovranno modificare qualcosa».
L’Università di Padova non si limita ad analizzare i tamponi: Stefano Merigliano, presidente della scuola di Medicina, annuncia che i ricercatori stanno studiando «un modello matematico per capire chi è il potenziale contagiato positivo prima che venga alla luce».