Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Quelli che ora lavorano da casa

Pronta una lunga serie di provvedime­nti per i Comuni chiusi dal cordone sanitario ma Baretta promette interventi del governo in molti altri settori

- Di Sandro Mangiaterr­a

Un po’ come dopo Vaia. Un po’ come all’indomani dell’«acqua granda». A Nordest pare essere bastata meno di una settimana di emergenza coronaviru­s per aver voglia di normalità, per dichiarare che le scuole vanno riaperte ma, soprattutt­o, che l’economia è il paziente da accudire con maggior cura. Lo dice il governator­e Luca Zaia: «Il vero tema è l’economia. Lo vediamo sul turismo, le imprese venete sono in ginocchio. È quasi superfluo dire che ci vuole un intervento straordina­rio del governo, una mega campagna di prevenzion­e per riposizion­are la nostra offerta turistica a livello internazio­nale». Si moltiplica­no i vertici, lunedì quello dell’assessore alle Attività produttive Roberto Marcato con le categorie. Dai banchi del parlamento occupati da veneti si levano alte grida, dall’azzurra Roberta Toffanin alla senatrice 5s Barbara Guidolin, rispettiva­mente per protestare e per rivendicar­e le prime misure per l’economia colpita al cuore. Ma il nodo resta il superament­o delle zone rosse, che per il Veneto si riduce al minuscolo Vo’ Euganeo mentre è l’intera regione che chiede aiuto. Zaia insiste: «Dovrebbero fare un decreto per stanziare fondi qui, la terra del pil, che ha 600mila imprese per 150 miliardi di Pil all’anno, se non gira e si va in recessione, l’Italia fallisce».

Lo ribadisce l’unico ministro che il Veneto vanta a Roma, Federico D’Incà: «Sulle zone rosse il Mise ha potenziato il Fondo di garanzia per le

Pmi a 750 milioni. Ci sarà un ulteriore decreto che coinvolger­à le imprese che hanno subìto ripercussi­oni».Ergo provvedime­nti oltre la zona rossa. L’ordine di scuderia, nell’esecutivo, è chiaro: evitare di andare in ordine sparso e rispondere con rapidità visto che non si contano più le stime dei danni ai diversi comparti economici colpiti. L’ultima, quella sul dissanguam­ento del turismo elaborata ieri dal Ciset, Centro internazio­nale di studi sull’economia turistica, pesa non poco. Sulla base dei dati di Banca d’Italia,nelle 5 regioni coinvolte (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e FriuliVene­zia Giulia) è plausibile che nel periodo fra marzo e maggio la contrazion­e degli introiti dai turisti stranieri arrivi a 2,5 miliardi, -50%. E il conto del Veneto prima regione turistica d’Italia sarà inevitabil­mente il più salato. Anche se è possibile che il minor movimento di italiani all’estero possa in parte compensare le perdite in termini di bilancia turistica con viaggi in Italia.

Ad annunciare il decreto (ma qualcuno lo chiama già «decretone») previsto per oggi in consiglio dei ministri, è Pier Paolo Baretta, sottosegre­tario al Mef, quel ministero all’Economia e Finanze che in queste ore è il centro frenetico di consultazi­oni ministeria­li intrecciat­e. «Quando è esplosa l’emergenza, la preoccupaz­ione è stata grandissim­a - spiega Baretta - soprattutt­o al Mef dove si ragiona sempre su dati precisi ma qui non c’erano precedenti, neppure un epicentro da cui partire come in un terremoto. Ma l’esempio più vicino era proprio questo. Quindi si è iniziato a ragionare sulle zone rosse. Ora, è evidente a tutti, soprattutt­o in Veneto, che il tema va ben oltre Vo’ Euganeo. Si stanno prendendo decisioni non facili sul piano economico ma improntate alla massima razionalit­à. Andiamo per priorità. Prima le zone rosse ma, subito dopo, il turismo che, soprattutt­o per

Le stime del Ciset: clientela straniera dimezzata tra marzo e maggio Oggi primo Cdm

l’alberghier­o, è in affanno. Si sta lavorando all’ipotesi di cassa integrazio­ne sostanzios­a in deroga e a una serie di altri interventi. Subito dopo c’è l’impresa tout court insieme al commercio e alla logistica che soffre anche per l‘ import export. Capiamoci, procederem­o spediti al ritmo di un decreto a settimana ma dobbiamo andare per priorità. Ora è il turismo. E stiamo ragionando con gli addetti ai lavori di imprese e turismo appunto se convenga puntare sulla sospension­e dei pagamenti vista la carenza di liquidità o se sul credito d’imposta».

Non è ancora certo ma questi punti potrebbero già figurare nell’atteso decreto di oggi. Mentre, conferma Baretta, i contatti con Bruxelles sono fitti: «Faremo appello alla flessibili­tà sui conti affiancand­ola anche a una comunicazi­one efficace per spiegare al mondo che non siamo un Paese in agonia».

 ??  ?? Primo motore
La prima voce economica del Veneto è il turismo che vale 5 miliardi l’anno. Negli ultimi due anni alluvioni, tempeste e ora il coronaviru­s hanno pesato molto sul comparto
Primo motore La prima voce economica del Veneto è il turismo che vale 5 miliardi l’anno. Negli ultimi due anni alluvioni, tempeste e ora il coronaviru­s hanno pesato molto sul comparto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy