Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Tari, ricorsi bocciati: hotel e ristoranti devono pagare
La commissione tributaria dà ragione a Veritas, le attività verseranno migliaia di euro
VENEZIA Decine e decine di attività tra Venezia e Chioggia dovranno restituire centinaia di migliaia di euro di tasse sui rifiuti mai pagate a Veritas. Ristoranti, alberghi, camping, stabilimenti balneari, società che gestiscono hotel e attività di ristorazione in centro storico, tutti contro la Tari. Si va dai 10 mila euro annuali richiesti alle piccole aziende ai 50 mila e oltre calcolati per le società più importanti. I primi accertamenti per omesso pagamento sono arrivati nel 2015, tutti andati a vuoto. Fino a quando la multiservizi partecipata dai Comuni, non decide di citare in giudizio gli inadempienti, che a loro volta fanno ricorso alla Commissione tributaria veneziana perché certi si tratti di una riscossione illegittima: Veritas, secondo gli avvocati (tra cui
Alessandro Tommaseo Ponzetta e Carla Casson) non avrebbe potestà per il calcolo dell’importo e l’emissione della bolletta. Ma sia la Commissione tributaria provinciale che, per chi è andato avanti con i ricorsi, quella regionale, hanno rigettato la tesi: la Tari calcolata e richiesta da Veritas va pagata. Tra gli ultimi a ricevere la sentenza, la società di ristorazione Rosada Esterno del Lido di Venezia, l’alberghiera Locri di Venezia, la società Sole di Chioggia. Ma anche realtà molto conosciute in centro storico come il ristorante «Ai do forni» a San Marco o l’hotel Gabrielli a Castello Tanti anche i campeggi e gli stabilimenti balneari come il camping Mediterraneo e lo stabilimento Bagni lido di Chioggia. C’è anche chi si è accordato prima della sentenza, come lo stabilimento balneare a Sottomarina gestito da Alfa srl (annullato l’avviso di accertamento). Accordi anche per la società Effetre Murano e i Bagni Paolo a Chioggia.
Andata così, con l’annullamento dell’autotutela effettuata da Veritas, anche per Sigat, società italiana gestione alberghi e turismo di Santa Croce. La contestazione principale mossa a Veritas da parte delle attività era quella di non poter richiedere la riscossione (e nemmeno formulare il calcolo) dei tributi in quanto attività competenza dei soli enti locali. «Dovrebbero essere messi comunali o agenti di polizia locale. Invece, spiega la Commissione tributaria, Veritas è ente pubblico «essendo società con capitale totalmente pubblico spiega una delle sentenze — in altre parole essa esercita il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti in forza della delega rilasciatale dal Comune di Venezia di cui è una promanazione, dunque la resistente ben può procedere alla notifica diretta degli atti a mezzo posta».