Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Gli incontri di Baretta, i quattro punti dei rosso-verdi
Inizia oggi la maratona di incontri di Pier Paolo Baretta con partiti e civiche del fronte riformista, moderato, di sinistra e movimentista. Una agenda fitta sui punti programmatici dolenti della futuribile coalizione: grandi navi (fuori o dentro dalla laguna e se dentro, per quanto tempo e con quale destino per il porto commerciale e per Marghera) e Mose. La piattaforma de Il Nostro Impegno per la Città (Articolo Uno, Europa Verde Venezia, Possibile, Rifondazione, Sinistra Italiana) parte dal presupposto che il candidato avrebbero voluto sceglierlo con le primarie. «Vogliamo tuttavia costruire una coalizione ampia, combattiva, capace di contendere la guida della città a Brugnaro, alla destra e alla Lega di Salvini», dice Gianfranco Bettin. Obiettivo «che vale la rinuncia a una nostra candidatura autonoma, che resta comunque possibile in mancanza di un serio accordo». Uniti sì ma a quattro condizioni: potenziare la spesa per la residenza e il welfare; comparazione fra tutti i progetti significativi sulle grandi navi; «analisi di limiti, guasti e difetti del Mose e della sua effettiva efficacia nel nuovo quadro climatico e ambientale»; accoglienza delle osservazioni di cittadini, associazioni sull’inceneritore di Veritas. E ovviamente ripristino della piena operatività delle Municipalità, svuotate di poteri da Brugnaro. L’altra Città Possibile mette invece sul piatto la disciplina del dibattito pubblico per laguna, navi e Mose: si comparano i progetti e li si discute con i cittadini. E mette al centro il dibattito sulla sostenibilità economica di una città che, legata alla rendita immobiliare e turistica, dice Giampietro Pizzo, tra acqua alta e coronavirus vede urgente la necessità di un’economia diversa. Lunedì Uacp terrà l’assemblea plenaria e poco dopo, il tavolo con le civiche. Il Gruppo 25 aprile ha già tratto le sue conclusioni: «A chi deciderà di salire sul carro Baretta, trainato dai partiti auguro buon viaggio senza ironia e senza rancore — ha detto Marco Gasparinetti — Si ritroveranno a bere l’amaro Brugnaro per altri 5 anni, mentre il bravo Baretta ritroverà il suo posto sicuro a Roma e in Consiglio lo vedremo quanto il Brunetta di 10 anni fa». (mo. zi.)