Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Scuole, di nuovo tutti a casa
Lezioni sospese un’altra settimana. E nella bozza del governo anche accessi limitati nelle attività commerciali
VENEZIA Studenti a casa per la seconda settimana e fino all’8 marzo. Lo ha deciso il governo per l’emergenza coronavirus. Restano chiusi musei e teatri, sospese le messe. Distanza di sicurezza nei negozi.
È ancora troppo alto il rischio che il coronavirus si propaghi ulteriormente nel Paese per abbassare la guardia, secondo l’Istituto superiore di Sanità. E così ieri sera, alla fine dell’ennesima giornata di serrato confronto tra governo e Regioni, si sono poste le basi del decreto atteso per oggi, che nelle tre regioni più colpite, cioè Lombardia, Veneto ed Emilia, prorogherà all’8 marzo la sospensione della frequenza per gli iscritti a scuole, asili, Università (e infatti avevano già annunciato lezioni, esami e perfino lauree in modalità telematica), e corsi professionali, ad accezione del tirocinio degli specializzandi e degli altri operatori sanitari. Gli istituti rimarranno aperti solo per il personale. Le aree rosse a Vo’ (78 residenti positivi su 2.800 tamponi rilevati, meno del 3%) e nei 10 Comuni lombardi tra cui Codogno (nuovo cluster anche veneto perché lì si è infettato un operaio bellunese), restano isolate e presidiate da forze dell’ordine ed esercito. Attività bloccate e divieto di entrare e uscire dal Comune. Stando all’Iss smantellarle sarebbe pericoloso, perché «le vittime del Coronavirus potrebbero aumentare ancora». Viene dunque prorogata, ma stavolta con decreto, l’ordinanza firmata dai tre governatori Luca Zaia, Attilio Fontana e Stefano Bonaccini insieme al ministro della Salute, Roberto Speranza, e in vigore dal 23 febbraio a oggi.
Bisognerà però aspettare oggi per capire cosa succederà, sempre nelle tre regioni, agli altri luoghi di grande aggregazione. Dalle prime indiscrezioni trapela che la linea del governo sarebbe di confermare fino all’8 marzo la sospensione di tutti gli eventi sportivi in luoghi pubblici o privati in presenza di pubblico, consentiti però (allenamenti compresi) a porte chiuse. E quindi salterebbero anche le trasferte dei tifosi, a partire da quella programmata per domani a Genova dei tifosi del Verona. La stessa misura sarebbe stata confermata per le manifestazioni organizzate, comprese quelle culturali, ludiche e religiose, quindi le messe. Palazzo Chigi vorrebbe inoltre mantenere l’obbligo di chiusura al pubblico per musei, biblioteche, archivi, cinema, discoteche, salva la possibilità di consentire un accesso «contingentato» e nel rispetto della distanza di sicurezza «droplet» di un metro tra un visitatore e l’altro. Misura quest’ultima, ed è la novità destinata a fare clamore, che dovrebbe essere estesa alle attività commerciali. Sarebbero infine confermati fino all’ 8 marzo lo stop ai concorsi (tranne quelli per personale sanitario) e la limitazione a un visitatore al giorno per ciascun degente negli ospedali e nelle case di riposo. Sembra infine in arrivo la sospensione dei congedi ordinari per il personale sanitario e tecnico degli ospedali e per i soggetti indispensabili a garantire l’attività delle Unità di crisi. Resta però da chiarire come poter applicare diktat che per esempio potrebbero obbligare negozi, bar e ristoranti a centellinare gli ingressi a seconda delle dimen
Il quadro
Vo’ resta area rossa, Treviso secondo focolaio. Schiavonia verso la riapertura
Luca Zaia
In attesa del decreto ho chiesto al governo la circolare esplicativa Noi governatori non ci assumiamo la responsabilità di scelte che potrebbero mettere a rischio la salute dei cittadini