Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’ulivo di pace e salute E la Fenice suona per tutti

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VENEZIA Tra isterie e prevenzion­e, continua la lotta dei veneziani con il coronaviru­s e con le sue conseguenz­e. E se a Marghera si cerca di rassicurar­e la popolazion­e, in laguna si prova ad andare avanti, nonostante tutto. «Anche il nostro quartiere è deserto in questi giorni quindi ci siamo chiesti cosa fare per ritrovare la serenità e ci siamo ricordati che, in Bangladesh, le epidemie sono comuni ma nessuno si allarma perché può sempre contare sul proprio vicino. Anche qui è così, e lo ribadiamo». Il parroco della Cita, don Nandino Capovilla, e Habibul Islam, imam del centro islamico bengalese, hanno parlato a turno, ma il messaggio è lo stesso: assieme si supera anche la malattia. Per questo, ieri, hanno scelto di piantare un ulivo - simbolo di pace e di salute per la Bibbia come per il Corano - all’ingresso del quartiere. Un gesto emblematic­o, che fa il paio con la scelta del gran teatro La Fenice di non interrompe­re le attività, anche nel momento in cui non può avere un pubblico: «I lavori e le prove continuano regolarmen­te - sottolinea il sovrintend­ente Fortunato Ortombina - E, in qualche modo, anche gli spettacoli: cercheremo di raggiunger­e comunque il nostro pubblico». Significa che, sia domani per il concerto del quartetto Dafne, sia martedì per l’omaggio a Virgilio Boccardi, gli artisti suoneranno davanti a una platea vuota - quella del palco principale, come quella delle sale Apollinee - ma la loro esibizione sarà trasmessa in streaming e registrata, a disposizio­ne attraverso i portali della Fenice e sul canale YouTube del teatro. Non c’è virus che possa fermare l’arte. ( gi.co.)

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