Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Virus, a Venezia il contagio rallenta ma è allarme per gli operatori sanitari
Dal Ben: su 1300 tamponi 33 i positivi. Rischio chiusura reparti: assunte già 47 persone. Il nodo Casinò
Un solo nuovo caso, ed è un operatore sanitario. «Se non si ferma la diffusione del coronavirus il rischio di chiusura di centinaia di posti letto è reale», sottolinea Daniele Giordano della Cgil pensando alla contagiosità negli operatori. Del resto basta dare un’occhiata ai numeri della sanità Veneziana (Usl 3) per avere la conferma di quanto l’emergenza potrebbe spostarsi sul personale sanitario. Non è un caso se tra i 1304 tamponi fatti in questa settimana (il primo paziente con il coronavirus è stato trovato a Dolo all’1.30 di sabato scorso) seicento sono stati eseguiti sui dipendenti (il 46 per cento) e settecento sugli esterni. E se sui 33 positivi (il 2,5 per cento del totale) sedici sono proprio operatori (tutti però senza sintomi e a casa), oltre a 3 familiari di malati (anche loro asintomatici). Gli altri quattordici sono ricoverati (sei in Rianimazione e otto in Malattie infettive). La buona notizia è che per far fronte all’emergenza tra il personale arriva l’assunzione di 54 persone a tempo indeterminato. «L’azienda sanitaria ne ha già individuati 47, in particolare infermieri e operatori sociosanitari», sottolinea il direttore generale dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben. Entreranno in servizio gradualmente, già nei prossimi giorni, a seconda della loro disponibilità, ma è chiaro che l’interesse dell’Usl è di impiegarli prima possibile.
Ieri si sarebbero riscontrati altri due casi sospetti in pazienti dell’ospedale di Mirano, non ancora però confermati ufficialmente: uno positivo e un altro ancora sotto osservazione. Rassicura il direttore dell’Usl: «Non siamo in grado di fare previsioni per i prossimi giorni, ma posso dire con certezza che non c’è stata una crescita esponenziale del contagiati col passare dei giorni». La preoccupazione maggiore è soprattutto per le sei persone ricoverate in Rianimazione. «Sono persone di età avanzata — precisa Dal Ben — o che presentano altre patologie preesistenti al virus. Questo ci fa suggerire una maggiore prudenza a coloro che sono in situazione di “debolezza” perché anziani o già malati». Dieci su quattordici ricoverati (tutti maschi) hanno più di sessant’anni. Un altro dato: l’influenza stagionale quest’anno ha già creato quattro situazioni gravi e un decesso. Nel frattempo stanno cambiando alcune procedure: ad esempio non si farà più il tampone ai contatti stretti asintomatici di positivi e in tutti i Pronto soccorso (dove gli accessi si sono ridotti del 35 per cento, stessa percentuale anche per le visite ambulatoriali) saranno istituiti percorsi separati e pre-triage. Le operazioni chirurgiche ordinarie inoltre continuano a rimanere sospese, lasciando spazio solo alle urgenze. In questi giorni sono arrivate anche 3200 mascherine e mille camici impermeabili che sono in corso di distribuzione. «Stiamo consegnando il materiale anche ai medici di base, che ringrazio per la loro disponibilità», precisa il direttore generale dopo la polemica dei medici sul ritardo della distribuzione della dotazione. «L’uso delle mascherine è comunque auspicabile solo nelle persone malate, non a caso le consegniamo anche ai pazienti che arrivano al pronto soccorso solo con febbre», dice Luca Sbrogiò, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Usl 3.
In questa situazione dato per assodata la chiusura delle scuole, non è ancora chiaro il destino del Casinò. La casa da gioco è stata sanificata in questi giorni ma non è detto che venga riaperta lunedì, anzi sarà alquanto difficile se il governo ha deciso di limitare le entrate nei negozi: molto dipenderà dal regolamento attuativo che attende anche Ca’ Farsetti. La Uil Pubblica amministrazione invece ha scritto al ministero dell’Istruzione chiedendo di sospendere le operazioni di assunzione del personale Ata previste a partire da lunedì nell’Ufficio scolastico regionale, auspicando il «dirottamento» alle segreterie delle singole scuole.
I timori
La Cgil: «Se non si ferma la diffusione tra il personale, a rischio centinaia di posti letto»