Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Una grande partecipazione così batterò il sindaco Brugnaro»
Il sottosegretario candidato del centrosinistra: «Scelto per un programma di rinnovamento»
VENEZIA «Il futuro è a Mestre». Nella città che non ha ancora smaltito le scorie del quinto referendum separatista, si sono scatenati i fischi della curva social sull’affermazione del candidato sindaco di centro, sinistra e civiche Pier Paolo Baretta che, residente a Roma e sottosegretario all’Economia, progetta di ritornare a vivere in città prendendo casa in terraferma. «Nessuna logica separatista o di contrapposizione tra le due città - puntualizza - Venezia è il cuore di qualsiasi progetto e la sua dimensione mondiale la rende il punto di coagulo della progettualità di lungo respiro nella quale Mestre e Marghera vanno considerate alla pari; la grande Venezia
metropolitana è il progetto unitario cui tendere».
Sottosegretario come pensa di battere Brugnaro?
«Con una grande partecipazione dei quartieri e dei territori, rimettendo in moto decentramento e Municipalità: non si governa la città con un uomo solo al comando. E poi progettando la Venezia dei nostri figli con scelte coraggiose. Io sono al servizio di un progetto di rinnovamento».
Il suo nome è arrivato dopo quelli di Michele Bugliesi e Gabriella Chiellino. Non ha pensato di essere considerato una soluzione di ripiego?
«Temevo fosse percepita così. Ma, intanto, c’è un’amplissima coalizione che da Italia Viva a Rifondazione mi sostiene e che è un laboratorio straordinario di potenzialità. E poi se il Pd chiede ad un esponente di scendere in campo, è la decisione di fare un salto in avanti tutti insieme. Il lavoro fatto con Bugliesi e Chiellino è stato il terreno che ha consentito di arrivare a questa scelta».
Indicando lei, il Pd ha avuto successo nel riprendersi la scena politica o ha fallito nel tentativo di formare un campo largo con un candidato civico?
«Nessuna delle due. Il campo largo c’è lo stesso. La verità è che sono stato scelto da una coalizione e l’indicazione dal Pd è arrivata solo dopo che altre parti dello schieramento hanno detto che avrebbero considerato la mia come una candidatura non di partito ma di una coalizione».
Andrete insieme o ci sarà un polo politico e uno civico?
« Ci saranno delle scelte. Martini e Zecchi hanno già annunciato le loro. Noi dobbiamo fare una coalizione più ampia possibile. Dopodiché, c’è un filo conduttore: tutti quelli che vogliono porsi come alternativa a questa amministrazione, pur avendo diverse sensibilità, devono riconoscere di stare nello stesso campo. Il nostro obiettivo è lo stesso: mandare a casa Brugnaro».
Cosa ha centrato e cosa ha sbagliato il sindaco, in questi cinque anni?
«Di buono ha la capacità di stare tra la gente. Il primo errore è politico: lo schiacciamento a destra nell’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia, del tutto fuori dalla sensibilità politica della città. Poi troppe volte ha avuto un atteggiamento polemico col governo centrale. Una grande città come Venezia e il governo devono trovare un punto di interesse comune. Io mi sono mosso in quest’ottica e faccio parte del gruppo di persone che ha contribuito a portare 300 milioni alla città senza guardare chi la governava. E poi non basta la gestione del quotidiano, bisogna sapere cosa sarà la città tra 20 anni».
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Il futuro
La sfida è pensare la città dei prossimi vent’anni Se non vinco resto in consiglio comunale per allenare la nuova classe dirigente
"Grandi navi
No a nuovi scavi, sì alla manutenzione che non altera la laguna. Per le crociere compariamo tutti i progetti in un orizzonte medio-lungo
Se diventerà sindaco quali saranno i primi interventi urgenti?
«Decentrare i poteri e coinvolgere le Municipalità nella comune gestione del territorio. Con questa impostazione va affrontato il tema turismo, che è una risorsa ma, se eccessivo, rende invivibile la città: bisogna fare scelte al più presto. Usciamo da un’acqua alta drammatica, dal blocco del Carnevale per il coronavirus e, facendone parte, posso chiedere legittimamente al governo interventi per sostenere la città».
Il programma di coalizione ha punti dolenti: Mose, grandi navi, scavo dei canali. La sua posizione?
Toto candidati
Per i civici spunta l’ipotesi Gasparinetti. Lui: «Oggi questa eventualità non c’è»
abbia cospicua rappresentanza nella futura giunta e dignità programmatica. «Io magari posso sembrare un ragazzino – sorride Tomaello – Ma rappresento un partito che merita rispetto. Non credo ci siano problemi per l’alleanza perché c’è reciproca stima. Guai a dare la partita per vinta e in discesa». Molto dipende dal quadro che sta componendo il fronte avversario. Se quello delle civiche a sinistra deciderà di non appoggiare Baretta e di andare per conto proprio, per il primo turno i fucsia potrebbero assestarsi sullo stesso schema: il sindaco con la sua classica coalizione, i partiti più a destra con una propria. Ieri ha fatto il giro degli ambienti politici l’ipotesi che il candidato sindaco movimentista a sinistra possa essere Marco Gasparinetti del Gruppo 25 aprile. «Prima ancora di parlare del nome eventuale, metteremo ai voti la lista civica con una squadra di persone: e prima di farlo aspettiamo i nomi che verranno proposti da altri. Allo stato attuale posso solo smentire le voci eventuali», chiarisce l’interessato. Le cose evolveranno in settimana, con l’assemblea lunedì di Un’altra Città Possibile e quella successiva del tavolo delle civiche. Ieri, intanto, dopo un’approfondita discussione, Baretta e i verdi progressisti (Articolo Uno, Verdi, Possibile, Sinistra Italiana, Rifondazione), hanno trovato l’intesa su grandi navi, Mose, welfare, inceneritore di Fusina e ripristino delle Municipalità. Positivi gli incontri con Azione, Volt e Idea Comune. ( mo.zi.)