Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Raddoppia l’affitto, chiude il bar MeG «Troppo alto». «Canone giusto»
Sulla vetrina un cartello, accompagnato dal disegno di una piovra che affonda una nave: «Il bar MeG chiude e non per scelta, per affitto esoso». Siamo in calle de la Testa, dove il bar gestito da due fratelli veneziani, Manuel e Gianluca Lazzarini, a pochi passi dalla scuola Gallina chiude dopo 18 anni di attività. L’esercizio si trova tra il chiosco ormai chiuso di un’edicola e l’ex tabaccheria che espone il cartello «affittasi negozio vuoto». La zona non è tra le più attraversate dai turisti e il momento è difficile, dopo l’acqua alta, il Coronavirus ha decimato le presenze. «Quando i miei figli hanno aperto questo bar pagavamo 800 euro di affitto — spiega Mario Lazzarini, 74 anni, che ieri salutava i clienti — negli anni per l’adeguamento Istat sono diventati 1.235 al mese, ma ora è scaduto il contratto e la proprietà ce ne chiede 2.500. Una cifra troppo alta, a cui si sono aggiunte altre somme, ma in questa zona di turismo non ce né e noi lavoriamo soprattutto con i veneziani. Saremmo potuti arrivare a pagare 1.800 e fino alla fine abbiamo sperato di trovare un accordo». Il proprietario dei locali, che vive sopra al bar, Gino Pascalicchio, sostiene che «2.500 euro per un locale è un prezzo onestissimo a Venezia, per anni abbiamo cercato di andare incontro ai titolari». I rapporti tra proprietà e affittuari si sono incrinati, e nonostante venerdì sia passato anche il sindaco Brugnaro chiedendo informazioni, i titolari hanno ribadito l’intenzione di chiudere. «Ho spiegato che se si fosse potuto trovare un accordo, lo avremmo fatto – ribadisce Lazzarini – ma la somma è troppo alta». Il bar che una volta contava sei dipendenti oggi ne ha tre, apriva dalle 7 alle 20 e lavorava soprattutto con i primi piatti a pranzo. Negli anni era diventato un punto di riferimento per i residenti che lo indicavano come indirizzo in cui lasciare i pacchi e la posta. (g. pra.)
«No allo scavo di nuovi canali, sì invece alla manutenzione nell’ambito di protocolli rigorosamente riconosciuti come non alteranti l’equilibrio della laguna. Le grandi navi bisogna toglierle al più presto dal bacino di San Marco perché stiamo facendo brutta figura col mondo. Poi sulla soluzione definitiva compariamo tutti i progetti con pari dignità in un orizzonte di medio-lungo periodo. Il Mose penso vada completato e per farlo al meglio è giusto fare un check up: non a caso il governo ha nominato commissario l’architetto Elisabetta Spitz».
Il rappresentante di una civica battagliera ha fatto un vaticinio su di lei: «Il bravo Baretta ritroverà il suo posto sicuro a Roma e in Consiglio comunale lo vedremo tanto quanto il Brunetta di 10 anni fa».
«Per essere uno che vuol battere Brugnaro, dare per scontata la sconfitta non mi pare un buon modo per cominciare. In caso di vittoria, sarò a Venezia a tempo pieno e farà allenatore e centravanti. Altrimenti farò il consigliere comunale ed è compatibile che mantenga anche gli impegni di governo. Ma ovviamente ci sono perché una nuova classe dirigente va aiutata a crescere. Non si viene eletti per caso».