Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Venezia, pari nel deserto
Penzo a porte chiuse, atmosfera surreale ma solito copione in casa: niente vittoria Non basta il terzo gol di Longo, Machach pareggia. Dionisi: «Peccato, noi mai in difficoltà»
La delusione è la stessa di sempre, il virus del Venezia si chiama Penzo. Un altro pareggio, la vittoria in casa che manca dalla partita contro la Salernitana dell’ex Ventura (19 ottobre 2019) e nemmeno il Cosenza (terz’ultimo in classifica) è l’avversario giusto per marchiare i tre punti.
Tutto il resto è il silenzio, il calcio all’epoca del coronavirus, una manciata di tifosi sulla fondamenta a farsi sentire di tanto in tanto, allenatori del settore giovanile e dirigenti trasformati in raccattapalle. Si sentono solo le grida dal campo e delle panchine, come quelle del mister ospite Bepi Pillon che insiste contro il guardalinee reclamando un rigore non dato alla propria squadra e viene espulso. «Una partita anomala, sentivamo la gente da fuori ma è in campo che si gioca, il pubblico ti da una spinta ulteriore quando sei stanco», dirà alla fine della partita l’allenatore arancioneroverde Alessio Dionisi. Qualche poliziotto presidia i ponti di accesso allo stadio, all’interno giornalisti e dirigenti delle due squadre stanno seduti a «distanza di sicurezza», è il non-calcio che va in scena al Penzo. Sugli spalti e sul campo, perché le due squadre danno vita a poco più di un allenamento, con errori compresi. Ne sa qualcosa il portiere veneziano Alberto Pomini, che sul lancio lungo del Cosenza sbaglia posizione e apre al pari rossoblu. «E’ stata una grande ingenuità, non ricordo situazioni che potevamo metterci in difficoltà — commenta Dionisi — Se prendi un gol così, le partite è difficile portarle a casa».
Il Venezia è quello di sempre, gioca (nel secondo tempo) ma non conclude e, se lo fa, non impensierisce il portiere avversario, costretto alla parata solo sul diagonale di Longo. L’unica nota positiva è proprio il terzo gol consecutivo dell’attaccante di Montebelluna, arrivato a gennaio: con lui il Venezia ha finalmente trovato l’uomo d’area che da profondità e segna («Ci mancava un giocatore con le sue caratteristiche», confessa Dionisi). Il futuro è così più roseo, o forse è meglio dire meno cupo, perché la classifica piange ancora con la vittoria del Pisa (contro il Perugia dell’ex Cosmi), che ricaccia i l aguna r i in pi ena zona playout. Viene così ancor più il rammarico per l’ennesima vittoria sfumata, che frena il Venezia e complica il proseguo del campionato. Inevitabile con i 21 punti fatti in trasferta e solo undici in casa su tredici gare. La partita ieri ha stentato a decollare soprattutto nel primo tempo quando ci sono stati solo un paio di lampi, come quando Casale devia in angolo la conclusione a colpo sicuro di Machach, Pomini deve ringraziare il palo che lo salva sulla parata scivolosa (tiro di Carretta) e il gol di Longo (38’) che sblocca il risultato anticipando l’avversario su cross di Maleh.
Nella ripresa il pareggio di Machach (16’) sull’ingenuità prima della difesa poi del portiere, e poco altro di rilevante: qualche tiro da fuori lagunare (Perina deve respingere però solo una volta), tanti traversoni e confusione. «Peccato, per demeriti nostri non abbiamo vinto una partita alla nostra portata, che si era messa bene», commenta Dionisi. Già, peccato.