Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Torna a nevicare sulle Dolomiti a Venezia è allerta per l’acqua alta
Ieri nel comprensorio di Cortina sono caduti 30 centimetri di neve
VENEZIA C’è voluto marzo, il «mese pazzerello» per vedere, anche sulle Alpi venete, la prima neve «seria» da dicembre. Trenta centimetri nel comprensorio di Cortina, e altrettanti sono attesi oggi. Stessa previsione, sempre per le prossime ore, nell’altopiano di Asiago che, troppo a lungo, è rimasto privato, almeno attorno ai mille metri, dei tipici paesaggi invernali.
«La prima vera e propria perturbazione che vediamo da fine novembre», la definiscono i tecnici del centro Arpav di Teolo. Non che del resto ci volesse poi molto, dopo un inverno arido e mite, proprio nel periodo statisticamente più freddo, tra fine gennaio e inizio febbraio. Si tratta, in ogni caso, di una situazione meteorologica che merita attenzione: ieri, la Protezione civile del Veneto ha diramato il primo livello di allarme, quello «giallo», per i bacini della pedemontana Vicentina e dell’Est Veronese (Alto Brenta, Bacchiglione,
Alpone) e per il Piave pedemontano. A preoccupare, il rischio idrogeologico: ci potrebbero essere delle frane e degli ingrossamenti di torrenti. «Le esondazioni, però, saranno difficili - avvisa il previsore Adriano Barbi - visto che in montagna nevicherà. La quota neve sarà ovunque attorno ai mille metri, localmente più bassa nelle dolomiti». Quanto durerà? «Il picco delle precipitazioni è atteso tra stasera e domattina (ieri e stamattina, ndr), ma fino a mercoledì (domani, ndr) la situazione resterà moderatamente perturbata. Da giovedì potremo parlare di un progressivo miglioramento».
Allerta anche per quanto riguarda l’acqua alta: il centro maree di Venezia dà un picco di 110 centimetri nella mattinata di oggi, ma non oltre i 75 centimetri nei prossimi giorni. «Soffierà lo scirocco - avverte Barbi - sia in laguna, sia, con raffiche forti, in montagna oltre i 1.500 metri, per poi attenuarsi in serata». Del resto, ieri il vento ha fatto danni anche in pianura: a Verona sfondata la finestra al quinto piano di un palazzo. Non si tratta di nulla di anomalo per un mese, quello di marzo, che è ancora legato alla stagione invernale, soprattutto nella sua prima parte. Ma certamente si tratta del periodo più «movimentato» dalla fine dello scorso autunno.
La pioggia, in pianura, attenuerà la prolungata siccità invernale anche se la stagione fredda, in pianura padana, è quella in cui la scarsità d’acqua fa meno danni. Da tempo, invece, gli agricoltori, guardano con preoccupazione al termometro. Dopo le fioriture precoci di fine febbraio, infatti, si temono gelate tardive. Un rischio, quest’ultimo, che un tempo era legato più al mese di aprile che a quello di marzo, ma che proprio la stagione anomala ha anticipato.
C’è da dire che, nei prossimi giorni, le minime, almeno in pianura, resteranno ben lontane dai valori sotto lo zero anche se, a partire da giovedì, con il ritorno dei cieli sgombri, farà un po’ più di freddo di notte. Il pericolo brinate potrà arrivare nel fine settimana ma senza temperature eccessivamente rigide.