Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Coronavirus, i contagi aumentano ma gli ospedali riprendono le attività
Positiva una paziente di Psichiatria. Il fronte dei medici di base, altri due in isolamento fiduciario
La notizia negativa è che ieri, nel veneziano, si sono registrati sei nuovi casi di contagio da coronavirus; quella positiva è che nei prossimi giorni rientreranno gran parte degli operatori sanitari messi in quarantena preventiva (circa 300) permettendo (a meno che non si verifichi un’impennata dei contagi) la riapertura di alcuni servizi sanitari sospesi o limitati a causa dell’emergenza. Dei nuovi casi, quattro sono operatori sanitari o loro familiari che, asintomatici, sono risultati positivi al tampone e messi in isolamento domiciliare. Due sono invece i nuovi pazienti ricoverati: uno all’ospedale di Dolo e uno a Venezia. Il paziente di Venezia, una persona seguita in psichiatria, è stata trasportata in malattie infettive. Il reparto di Psichiatria è quindi sottoposto a indagine epidemiologica e lo stesso medico che segue la paziente sarebbe stato messo in quarantena preventiva. Salgono quindi a 18 i pazienti ricoverati nel territorio dell’Usl 3 mentre sono 36 le persone in isolamento domiciliare. Il numero dei contagi non si arresta, ma intanto nei prossimi giorni rientreranno gran parte degli operatori messi in quarantena per aver seguito pazienti positivi o per aver transitato dove questi erano ricoverati. Un rientro che dovrebbe permettere, a partire già da sabato, la riapertura graduale di Rianimazione e del Punto nascite di Dolo. Anche a Venezia dovrebbero aumentare i posti letto in medicina: il padiglione Jona, dove sono in corso le sanificazioni di alcune aree e dove sono attivi solo 25 posti letto, dovrebbe essere potenziato già da oggi con altri 10 posti dando un po’ così di respiro alla week surgery (reparto con degenze brevi chirurgiche) che risulta sospesa e utilizzata per la medicina. Medicina che a Mirano è aperta con 12 posti letto: anche nella struttura miranese dovrebbero però rientrare operatori consentendo un miglioramento della situazione. Permane invece nelle diverse strutture il blocco delle attività chirurgiche, ad eccezione di urgenze e patologie oncologiche non differibili anche se si sta valutando la ripresa delle attività programmabili. «Con il rientro degli operatori in quarantena – sottolinea Dario De Rossi della Cisl - ci dovrebbe essere la riapertura delle unità operative chiuse e un ritorno alla normalità».
Anche se potrebbe aprirsi un altro fronte: quello dei medici di medicina generale. Ci sarebbero altri due casi in isolamento in attesa dei test: un dottore di Marghera e uno di San Liberale. E proprio i medici di base in questi giorni chiedono dispositivi di protezione. «In alcune zone per gli ospedalieri ma soprattutto per i medici di medicina generale registriamo un ritardo nella consegna dei dispositivi» denuncia Giovanni Leoni, segretario Cimo Veneto. A cui fa eco Daniele Giordano della Cgil sui problemi insorti: «Ci aspettiamo che siano chiarite a breve le modalità di utilizzo delle mascherine per tutto per tutto il personale sanitario, dai medici di base agli ospedalieri». Un problema che non riguarda solo i medici, ma anche i pazienti come spiega Lucio Pasqualetto della Fimmg e medico del poliambulatorio di Carpenedo. «Siamo in attesa delle protezioni per noi e delle mascherine per i pazienti. Noi siamo nove medici con circa 12 mila pazienti e ci hanno dato (una settimana fa) solo 100 mascherine».
Molti degli infermieri costretti alla quarantena preventiva possono tornare al lavoro. Riaprono alcuni reparti a Dolo e a Venezia