Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caronte punta alle linee in gara Chiesti approdi al Porto

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La bufera di Natale si è un po’ attenuata e un mese fa i vertici della società, il presidente Antonino Repaci e l’ad Calogero Fimiani, sono stati liberati, dopo essere stati messi ai domiciliar­i il 18 dicembre con varie accuse tra cui corruzione e turbativa d’asta. E ora la «Caronte&Tourist», società di trasporti famosa soprattutt­o per i traghetti dello stretto di Messina, ribadisce di voler puntare anche al 10 per cento del servizio di navigazion­e a Venezia (tra cui le linee via acqua per l’aeroporto), messo a gara l’anno scorso e la cui definizion­e dovrebbe avvenire entro aprile con l’aggiudicaz­ione. Il gruppo ha infatti presentato nei giorni scorsi un’istanza all’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico settentrio­nale per ottenere la concession­e di ormeggi non operativi. «Le cavane sono un bene essenziale per l’esecuzione del servizio e per tale ragione avevamo anche proposto ricorso al Tar del Veneto», afferma la società, lamentando proprio il fatto che la stazione appaltante avrebbe dovuto, previo accordo con l’Autorità portuale, prevedere che le stesse fossero disponibil­i in favore del soggetto potenzialm­ente aggiudicat­ario. E aveva fatto accesso agli atti dopo aver saputo dal sito dello stesso ente che istanza simile l’aveva fatta anche uno dei raggruppam­enti rivali, guidato da Alilauro, chiedendo specchi acquei, pontili, banchine e passerelle.

Caronte aveva fatto diversi ricorsi al Tar nei mesi scorsi: un paio per l’accesso agli atti della gara, poi ritirati perché il Comune li aveva forniti; un terzo riguardava la proroga dei servizi ad Alilaguna, che però proprio ieri è stato dichiarato improcedib­ile perché i legali l’hanno ritirato. (a. zo.)

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