Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Mi ricandido sennò si rimangiano i soldi». L’ira del Pd
L’intervista di Brugnaro scatena le proteste dem. Dodi: il sindaco ha riempito i cda di parenti e amici dei fucsia
VENEZIA «Mi ricandido perché c’è un partito del No, dove non puoi fare niente: il termovalorizzatore, scavare, far cambiare percorso alle navi, il Mose. Mi ricandido perché sennò questi si rimangiano tutti i soldi! Avevamo trovato 800 milioni di debito, lasciati dal partito che si sta riproponendo». Furono refrain di successo nella campagna elettorale del 2015 quelli sulla «meritocrazia» e quello sul «partito del No» e da ieri il sindaco uscente Luigi Brugnaro li ha rispolverati in una intervista video con l’agenzia Dire con la quale ha dato ufficialmente in via alla campagna elettorale per Venezia 2020. Il centro sinistra ha designato suo candidato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, non esattamente l’incarnazione del partito del No. Le civiche di sinistra Uacp, G25a e Tutta la Città Insieme non lo appoggeranno. «Baretta, fa parte del partito del no?», chiede nell’intervista il direttore di Dire Nicola Perrone. «Non parlo degli altri – risponde il sindaco - Non possiamo ridare la città ad un partito che ha distrutto la città». Poi l’appello ai giovani e alla classe dirigente che Brugnaro sta facendo emergere in Comune: «Tante brave persone umiliate perché non erano nelle conventicole giuste. Se non mi ricandidassi, i nuovi dirigenti verrebbero massacrati».
Lo spoil system è una ruota che è girata cinque anni fa a discapito dei servizi ai cittadini, è l’immediata replica del Pd. «Il sindaco è campione negli annunci ma i risultati di questi 5 anni sono davvero miserabili, nonostante le enormi risorse destinate alla città dai governi dei quali fa e ha fatto parte il Partito Democratico – rintuzza il segretario comunale Giorgio Dodi - Il tanto sbandierato “efficientamento” non è altro che una riduzione dei servizi, dallo smantellamento di un sistema di welfare che era un modello ai tagli a scuole e asili nido, fino alla chiusura degli uffici periferici. L’amministrazione
Brugnaro verrà ricordata come la Giunta del cemento e degli alberghi. Ha umiliato le associazioni cittadine — scrive ancora il segretario pd — assessori e consiglieri di maggioranza sono privi di autonomia, il livello di democrazia in città è sceso sotto una soglia accettabile. Alla faccia della meritocrazia, il Sindaco ha riempito i consigli di amministrazione delle partecipate di suoi dipendenti e di parenti e amici dei consiglieri fucsia. Alla nostra città serve un nuovo metodo di governo».
Intanto, il panorama civico di sinistra ha deposto le ostilità social su Baretta e il Pd. E ieri è stato movimentato dalla proposta di Michele Boato di un «Forum per Mestre verde, sicura e solidale» per elaborare proposte e mobilitare i cittadini perché, scrive, Un’Altra Città Possibile «è comunque rimasto un gruppo veneziano-centrico, con un rapporto debole con la vita e le numerosissime iniziative di terraferma», dice. L’impegno anche elettorale del Forum mestrino è tutto da stabilire. Tra i comitati, continuano i contatti per arrivare ad una sintesi: 25 Aprile domani parlerà di lista e candidati, Tutta la Città Insieme di Martini incontrerà presto Uacp e a breve sarà riconvocato il tavolo civico.
Civiche Boato lancia l’ipotesi di un forum (e di una lista) più centrato su Mestre