Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Mi ricandido sennò si rimangiano i soldi». L’ira del Pd

L’intervista di Brugnaro scatena le proteste dem. Dodi: il sindaco ha riempito i cda di parenti e amici dei fucsia

- Monica Zicchiero

VENEZIA «Mi ricandido perché c’è un partito del No, dove non puoi fare niente: il termovalor­izzatore, scavare, far cambiare percorso alle navi, il Mose. Mi ricandido perché sennò questi si rimangiano tutti i soldi! Avevamo trovato 800 milioni di debito, lasciati dal partito che si sta riproponen­do». Furono refrain di successo nella campagna elettorale del 2015 quelli sulla «meritocraz­ia» e quello sul «partito del No» e da ieri il sindaco uscente Luigi Brugnaro li ha rispolvera­ti in una intervista video con l’agenzia Dire con la quale ha dato ufficialme­nte in via alla campagna elettorale per Venezia 2020. Il centro sinistra ha designato suo candidato il sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta, non esattament­e l’incarnazio­ne del partito del No. Le civiche di sinistra Uacp, G25a e Tutta la Città Insieme non lo appoggeran­no. «Baretta, fa parte del partito del no?», chiede nell’intervista il direttore di Dire Nicola Perrone. «Non parlo degli altri – risponde il sindaco - Non possiamo ridare la città ad un partito che ha distrutto la città». Poi l’appello ai giovani e alla classe dirigente che Brugnaro sta facendo emergere in Comune: «Tante brave persone umiliate perché non erano nelle conventico­le giuste. Se non mi ricandidas­si, i nuovi dirigenti verrebbero massacrati».

Lo spoil system è una ruota che è girata cinque anni fa a discapito dei servizi ai cittadini, è l’immediata replica del Pd. «Il sindaco è campione negli annunci ma i risultati di questi 5 anni sono davvero miserabili, nonostante le enormi risorse destinate alla città dai governi dei quali fa e ha fatto parte il Partito Democratic­o – rintuzza il segretario comunale Giorgio Dodi - Il tanto sbandierat­o “efficienta­mento” non è altro che una riduzione dei servizi, dallo smantellam­ento di un sistema di welfare che era un modello ai tagli a scuole e asili nido, fino alla chiusura degli uffici periferici. L’amministra­zione

Brugnaro verrà ricordata come la Giunta del cemento e degli alberghi. Ha umiliato le associazio­ni cittadine — scrive ancora il segretario pd — assessori e consiglier­i di maggioranz­a sono privi di autonomia, il livello di democrazia in città è sceso sotto una soglia accettabil­e. Alla faccia della meritocraz­ia, il Sindaco ha riempito i consigli di amministra­zione delle partecipat­e di suoi dipendenti e di parenti e amici dei consiglier­i fucsia. Alla nostra città serve un nuovo metodo di governo».

Intanto, il panorama civico di sinistra ha deposto le ostilità social su Baretta e il Pd. E ieri è stato movimentat­o dalla proposta di Michele Boato di un «Forum per Mestre verde, sicura e solidale» per elaborare proposte e mobilitare i cittadini perché, scrive, Un’Altra Città Possibile «è comunque rimasto un gruppo veneziano-centrico, con un rapporto debole con la vita e le numerosiss­ime iniziative di terraferma», dice. L’impegno anche elettorale del Forum mestrino è tutto da stabilire. Tra i comitati, continuano i contatti per arrivare ad una sintesi: 25 Aprile domani parlerà di lista e candidati, Tutta la Città Insieme di Martini incontrerà presto Uacp e a breve sarà riconvocat­o il tavolo civico.

Civiche Boato lancia l’ipotesi di un forum (e di una lista) più centrato su Mestre

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