Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Insulti al connaziona­le perché buddista due a processo con l’accusa di odio religioso

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VENEZIA Negli ultimi anni sono spesso finiti nel mirino soprattutt­o dei giovani delle babygang, che li insultavan­o e addirittur­a picchiavan­o perché bengalesi. Ma anche all’interno della comunità del Bangladesh c'è stato qualche scontro tra chi si professa islamico e chi invece segue altre religioni e uno di questi casi è addirittur­a finito di fronte ai giudici del tribunale collegiale penale di Venezia. Due bengalesi sono infatti a processo con l’accusa di minacce aggravate dall’essere state compiute con la finalità dell’odio religioso. L’episodio risale al 2 ottobre del 2015, quando la coppia di bengalesi, che hanno rispettiva­mente 35 e 36 anni, ha pesantemen­te insultato e minacciato il connaziona­le, oggi quarantenn­e. Non erano solo loro, in realtà – ma gli altri membri del gruppo non sono stati identifica­ti –; quel che è certo, perlomeno secondo il racconto della vittima che è diventato l’atto di accusa della procura, è che gli avrebbero puntato contro un coltello e un bastone di ferro, facendoli roteare. «Buddista di m... - gli avrebbero poi detto - stai attendo, noi siamo musulmani, possiamo tagliarti la testa come facciamo in Bangladesh, tagliamo la testa anche a tua moglie e ai tuoi figli». La vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Mario D’Elia. Il processo proseguirà il prossimo 17 marzo per l’avvio dell’istruttori­a dibattimen­tale. (a. zo.)

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