Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Le Pmi di Confindust­ria: «Stop ai fallimenti»

Crisi da coronaviru­s, documento di Veneto, Emilia e Lombardia: «Ma avanti con i pagamenti»

- Federico Nicoletti

VENEZIA Sospension­e per 12-24 mesi dei fallimenti per le Pmi. Lo chiede la Piccola industria di Confindust­ria come via d’uscita alla crisi da coronaviru­s alla ripresa delle attività.

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Stop alla segnalazio­ne

VENEZIA in centrale rischi e al Durc per 6-12 mesi. E soprattutt­o alle procedure fallimenta­ri e concorsual­i per le Pmi, comprese le nuove istanze di fallimento, applicando per 12-24 mesi le regole di non fallibilit­à delle startup innovative. Si allarga il fronte dei favorevoli ad un intervento straordina­rio che congeli i fallimenti alla ripresa dell’attività, dopo la fine dell’emergenza da coronaviru­s. Per evitare che lo sblocco dello stop, che ha congelato anche incassi e pagamenti, come quando si fa saltare all’improvviso il tappo, crei un effettodom­ino di decreti ingiuntivi e fallimenti causati dal tentativo di recuperare liquidità.

Così, dopo l’intervento di Stefano Beraldo, amministra­tore delegato di Ovs, che aveva chiesto una moratoria dei pagamenti collegata a piani di pagamento diluiti in 12-18 mesi e delle azioni esecutive fino a settembre, prologo ad un intervento, ieri, di Federdistr­ibuzione, l’associazio­ne delle grandi catene distributi­ve da Ikea a Brico, fino alle sigle venete come Calzedonia, Ovs, Coin e Benetton group, ieri è stato il turno della Piccola industria di Confindust­ria di Veneto, Emilia e Lombardia, di ritornare sul tema.

Con un documento dei tre presidenti regionali, Paolo Errico, Giovanni Baroni e Alvise Biffi, che propone anch’esso la sospension­e dei fallimenti, come perno di misure che vanno dal taglio delle tasse alla liquidazio­ne immediata dei 45 miliardi di crediti commercial­i e tributari con la pubblica amministra­zione, fino alla sospension­e del Documento di regolarità contributi­va per le aziende in difficoltà con la liquidità, per evitare la perdita di commesse. «Senza misure straordina­rie sembra probabile il fallimento o la chiusura del 60% delle Pmi sotto i 250 dipendenti o i 50 milioni di fatturato», scrivono i tre presidenti.

«Il documento è frutto di una settimana di lavoro tra i comitati regionali per definire una strategia di ripartenza - sostiene il veneto Errico -. Ci sono aziende che hanno due-tre mesi di tempo davanti, non di più. La grande preoccupaz­ione si chiama liquidità; con il pericolo che lo spezzarsi di un anello faccia saltare intere filiere». Sì dunque ad una moratoria sui fallimenti: «Estendendo le regole delle startup alle aziende con una caduta dei ricavi di almeno il 20%. Insieme all’estensione al 100% della garanzia pubblica sui fidi alle

Errico Molte aziende hanno davanti solo due-tre mesi

Pmi con i fondi di garanzia e gli interventi regionali in appoggio: anche il Veneto dovrebbe metterci le risorse disponibil­i». No invece alla moratoria dei pagamenti: «Una soluzione generalizz­ata ci preoccupa - dice Errico -. La vedo come l’ultima spiaggia».

Già così, d’altra parte, non manca chi avverte sui rischi di provvedime­nti generalizz­ati. «Già la sospension­e fino al 15 aprile delle attività nei tribunali dà un po’ di respiro. Ma poi vedo difficile un provvedime­nto generale che prescinda da valutazion­i caso per caso, in accordo tra le parti o col ricorso agli strumenti esistenti, dalla ristruttur­azione del debito a quelli insiti nei contratti sugli inadempime­nti per cause di forza maggiore - sostiene l’avvocato padovano Mario Azzarita -. Anche la sospension­e generalizz­ata rischia di bloccare l’attività produttiva e produrre danni. Si pensi al caso di un subfornito­re che lavori in prevalenza con un committent­e».

E non manca chi prefigura soluzioni alternativ­e. Come fa, sempre sul fronte Pmi, il leader regionale di Confartigi­anato, Agostino Bonomo: «Parte delle proposte di cui discutiamo le avevamo già avanzate al sottosegre­tario Pier Paolo Baretta il 6 marzo. Ma il vero punto è pretendere interventi prima sulla liquidità. Di fallimenti non voglio sentir parlare: farlo sarebbe già cedere». Per Bonomo va percorsa la via prefigurat­a dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: « Va congelata la situazione delle imprese al 26 febbraio, a partire dai rating. Le banche sono piene di liquidità e possono trasferirl­a alle imprese con fidi garantiti al 100% dallo Stato, coperti dagli Eurobond, sul totale dei titoli difficilme­nte esigibili». Un meccanismo che dovrebbe assomiglia­re a una maxi-cartolariz­zazione dei titoli di credito che le imprese faticano a incassare, portati in banca per avere liquidità con la garanzie di Stato e Ue. «Adesso però - chiude Bonomo - va fatta per davvero e in fretta».

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Bonomo Non dobbiamo arrivarci Interventi sulla liquidità

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Rischio Cancelleri­a in un tribunale. Lo stop da coronaviru­s rischia di creare fallimenti
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