Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ricoveri in frenata, ma 3 morti Strutture per anziani nel mirino Controlli dei vigili sugli isolati
In ospedale in 279, 63 in terapia intensiva. Case di riposo, 21 contagi
Chiusura di locali e
VENEZIA negozi, distanziamento sociale, tutti a casa: lo sforzo imposto dalle misure restrittive inizia forse a mostrare i primi frutti, almeno sul fronte dei ricoveri. Se è vero che le persone «ospedalizzate» nel Veneziano sono salite a quota 279 (più 10), è anche vero che nel territorio dell’Usl 3, dove l’epidemia è esplosa prima rispetto al Veneto Orientale, la curva pare rallentare: i ricoveri sono infatti saliti solamente di 2 unità, se si considerano gli ospedali dell’Usl Serenissima e Villa Salus. In generale, la giornata di ieri, dopo il picco di lunedì, ha segnato un rallentamento dei contagi: «solo» 40 in più per un totale di 880 positivi. Dei ricoverati, 63 sono in terapia intensiva (+2). Ma i numeri vanno maneggiati con cautela perché lo scenario può cambiare velocemente e molti esperti – tra i quali il presidente dell’Ordine dei medici Giovanni Leoni – ricordano che il picco potrebbe verificarsi tra fine mese e metà aprile. E perché, inoltre, non si fermano i decessi.
Sono infatti tre le nuove vittime del coronavirus: Francesco Scaramuzza, 52enne di Favaro, e Al f redo Lel la, 72enne di Martellago, sono entrambi spirati all’Ospedale dell’Angelo, mentre il mirese Dino Alessandrin è morto a 84 anni all’ospedale di Dolo. Ieri sono inoltre emersi i nomi dei due anziani di Zelarino deceduti lunedì, entrambi 79enni: Maria Franzoi e Vincenzo Di Tecco. A preoccupare c’è poi un’altra questione, quella delle case di riposo. Nel territorio dell’Usl 3 sono 13 gli ospiti, appartenenti a diverse strutture, risultati positivi al tampone. Uno di loro è anche deceduto: Esterino Camin, che era ricoverato agli Anni Azzurri di Quarto d’Altino ed è spirato sabato 7 marzo, a 88 anni, all’Ospedale dell’Angelo. Due giorni fa è poi esploso il caso ai Centri don Vecchi 1 e 2 di Carpenedo a Mestre, dove tre ospiti hanno contratto il virus e uno di loro si trova ricoverato in terapia intensiva. «Deve essere posta una particolare attenzione sulle Ipab con il rifornimento dei dispositivi di protezione - sottolinea Dario De Rossi della Cisl - Il personale deve essere sottoposto a tampone». Sulla stessa linea Daniele Giordano della Cgil: «E’ fondamentale il ruolo di coordinamento dell’Usl per evitare che, abbandonate a loro stesse, le Ipab diventino dei focolai». «Proprio per tutelare le residenze per anziani, che ospitano soggetti vulnerabili - spiega Francesco Menegazzi della Uil - il personale infermieristico verrà addestrato per effettuare i tamponi». Il tema non riguarda solo l’azienda veneziana. Nell’Usl 4 sono otto gli anziani in casa di riposo risultati positivi: risiedono tutti alla Franceson di Portogruaro. Ma l’attenzione, in generale, è massima nel Veneto Orientale: negli ultimi due giorni ci sono stati solo 8 nuovi contagi, ma qui l’epidemia è scoppiata più tardi e il timore è che la curva possa impennare. Sotto osservazione, in particolare, San Donà e Portogruaro che con rispettivamente 69 e 34 casi sono i comuni più colpiti di un territorio che nel complesso conta 202 positivi.
Alla luce dei numeri le aziende sanitarie si stanno attrezzando sempre di più: l’Usl 4 ha siglato un accordo con la casa di cura Rizzola di San Donà, che ha dedicato un reparto ai pazienti Covid: ne ospita già tre positivi e 13 in
di Zelarino e Trivignano - Era una persona molto disponibile, sempre pronta ad aiutare gli altri. L’avevo visto un mese fa. Quando ho saputo quello che è successo sono rimasto di sasso». Di Tecco amava le feste e la compagnia. «Gli piaceva andare a ballare e ogni volta che organizzavamo qualche iniziativa nel quartiere veniva ad aiutarci», ricorda Balzano. Era iscritto al Partito democratico e, ai tempi delle Feste de l’Unità, ha sempre dato una mano come volontario. Poi con il tempo aveva iniziato a frequentare meno la sezione, privilegiando le attività di quartiere. Di Zelarino era anche Maria Franzoi, morta lo stesso giorno.
Il virus si è portato via, a soli 53 anni, anche Franco Catozzo Braidich, domiciliato a Stra e residente a Fiesso d’Artico. Lascia la moglie e tre figli. Braidich era un membro della comunità sinta della zona e aveva un’attività di commercio di autovetture e autoveicoli leggeri. Sarà sepolto domani, alla presenza di un numero ridotto di familiari, come prevede il decreto del governo. Una decisione difficile da accettare per una comunità che vive il lutto come un grande momento collettivo.
attesa di esame. Villa Salus a Mestre già da giorni si è messa a disposizione per ospitare i contagiati che abbiano superato la fase acuta e ieri ha dimesso i primi 4 pazienti guariti. L’Usl 3 continua poi il potenziamento dell’ospedale di Dolo. «Stiamo mettendo a disposizione dell’intero territorio dell’Usl 3 - spiega il direttore generale Giuseppe Dal
Ben - una vasta area dedicata alla gestione di pazienti contagiati. Prima dell’inizio dell’emergenza la Rianimazione a Dolo era attrezzata con 6 posti letto, ora lavoriamo per arrivare ad una terapia intensiva in cui le postazioni saranno ben 35». Entro sabato si dovrebbe arrivare a quota 23, nel frattempo è stata sospesa la Chirurgia e sono state trasferite le attività di Ginecologia e Oncologia.
Oltre al fronte ospedaliero, c’è la questione del monitoraggio dei pazienti in isolamento domiciliare e dei contatti: un esercito di 3905 persone. «Le persone in isolamento non possono uscire da casa – sottolinea il sindaco di Chioggia Alessandro Ferro – ieri l’Usl ci ha fornito i nominativi e controlleremo che rispettino quanto previsto». Proprio Chioggia, tra i comuni più colpiti dal virus, dal 12 marzo ha controllato 740 persone e 449 tra attività commerciali e pubblici esercizi, denunciando sei persone. C’è poi il tema forze dell’ordine. Il segretario regionale Fsp Polizia di Stato Mauro Armelao ha scritto una lettera ai questori perché gli agenti siano sottoposti a tampone.
Guariti e dimessi
I privati aiutano le Usl: 3 malati alla Rizzola, a Villa Salus le prime 4 dimissioni