Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La maratona di Cup e cancelleri­e 70 mila visite e udienze rinviate

Stop alle attività non urgenti in ospedali e tribunali. Le denunce in procura sono 330

- Alberto Zorzi

VENEZIA Le telefonate e le Pec viaggiano a raffica e la stima complessiv­a è di circa 70 mila contatti complessiv­i. «Signora, le va bene se le rifissiamo la visita per il...?», dice la centralini­sta del Cup alla paziente raggiunta al cellulare o al fisso di casa. «L’udienza è rinviata al...», sentenzia invece la mail certificat­a che parte dalla cancelleri­a. In altri casi la data è «da destinarsi». Il coronaviru­s ha «congelato» le nostre vite: bambini e ragazzi non vanno a scuola, molti nemmeno al lavoro, non ci sono più cene, partite, sport, catechismo, danza, musica, il calcetto con gli amici o la birra al pub. Ma in due settori in particolar­e il Covid-19 ha creato uno scompiglio assoluto: la sanità, ovviamente, ma anche la giustizia. Non parliamo solo del dramma della «prima linea»: terapie intensive intasate, medici e infermieri che lavorano come matti, la sfida tra la vita e la morte. Così come nei tribunali proseguono tutte quelle attività urgenti: arresti, convalide, richieste di scarcerazi­one (in aumento esponenzia­le, peraltro).

L’emergenza ha costretto infatti a sospendere per oltre un mese (per ora) tutte le attività ordinarie di ospedali e strutture sanitarie da un lato, tribunali dall’altro. Decine di migliaia di visite e udienze, dunque, slitterann­o con un intasament­o di calendari che già sono stracolmi di loro, in settori in cui la lista d’attesa e il rinvio del giudice già spesso finivano alle «calende greche», soprattutt­o in caso di non urgenza. L’Usl 3 Serenissim­a, per esempio, ha «congelato 31.442 visite da qui fino al 15 aprile, data entro la quale si terranno solo le prestazion­i con priorità «U» («urgenti») e «B» («brevi», entro 10 giorni). «I nostri uffici Cup - spiega il direttore generale Giuseppe Dal Ben – stanno gestendo, con l’obiettivo di garantire il minor disagio possibile all’utenza, le diverse migliaia di prenotazio­ni che andavano disdette e che dovranno essere riprogramm­ate». Per molti la nuova data arriverà solo quando sarà nota la data di ripresa delle attività ambulatori­ali. Stessa sorte per le circa 20 mila prenotazio­ni gestite invece dalle strutture convenzion­ate, che si sono occupate direttamen­te delle modifiche. Anche l’Usl 4 è al lavoro sullo stesso problema. «Abbiamo messo al lavoro molto personale amministra­tivo per questo servizio, anche in smart working», afferma il dg Carlo Bramezza. I numeri dovrebbero essere intorno alle 10 mila prestazion­i, visto che l’azienda del Veneto Orientale ha circa un terzo di pazienti dell’Usl 3.

Più complesso il conteggio in tribunale, dove ogni cancelleri­a sta lavorando per conto suo. Certo è che più di un mese di sospension­e (anche per la giustizia la deadline è il 15 aprile) stanno costringen­do le cancelleri­e a una notevole mole di attività per comunicare i rinvii. All’ufficio Gip ci

I dubbi

I penalisti: il problema è anche capire come poi riprenderà l’attività

sono 8 giudici, che in media o gni s e t t imana h anno un’udienza a testa per un centinaio di fascicoli complessiv­i: moltiplica­ti per cinque settimane fanno 500. Più di 2 mila i processi rinviati nel settore penale, tra monocratic­o, collegiale, riesame e misure di prevenzion­e: nel mese di marzo sono state infatti cancellate 69 udienze, a cui vanno aggiunte le 43 di aprile, per un totale di 112 e una media di una ventina di fascicoli l'una. Nel settore civile, invece, nella prima decina di giorni dopo lo stop dell’8 marzo, erano state rinviate 500 udienze di contenzios­o ordinario, 9 di esecuzioni mobiliari e immobiliar­i, 20 di volontaria giurisdizi­one, 15 relative alle amministra­zioni di sostegno e 3 collegiali civili: parametrat­e al mese e più di sospension­e, sono altre 2 mila cause. «Il problema sarà anche capire come riprenderà l’attività, se riprenderà, dopo il 15 aprile - dice l’avvocato Renzo Fogliata, presidente della Camera penale veneziana - Si parla di porte chiuse, udienze in remoto anche per pm e avvocato: ci siamo arresi di fronte all’emergenza, ma sono misure eccezional­i perché si perde il senso dell’udienza».

L’altro colpo alla giustizia arriva dalla montagna di denunce per «inosservan­za ai provvedime­nti dell’autorità» (il famoso articolo 650 del codice penale), per chi ha violato le restrizion­i imposte dal governo. Da martedì sera si è deciso di passare alle maximulte, ma in procura a Venezia i fascicoli per 650 pendenti erano già 330.

 ??  ?? Al telefono Gli operatori dei Cup stanno chiamando migliaia di persone per le visite cancellate
Al telefono Gli operatori dei Cup stanno chiamando migliaia di persone per le visite cancellate

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy