Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La maratona di Cup e cancellerie 70 mila visite e udienze rinviate
Stop alle attività non urgenti in ospedali e tribunali. Le denunce in procura sono 330
VENEZIA Le telefonate e le Pec viaggiano a raffica e la stima complessiva è di circa 70 mila contatti complessivi. «Signora, le va bene se le rifissiamo la visita per il...?», dice la centralinista del Cup alla paziente raggiunta al cellulare o al fisso di casa. «L’udienza è rinviata al...», sentenzia invece la mail certificata che parte dalla cancelleria. In altri casi la data è «da destinarsi». Il coronavirus ha «congelato» le nostre vite: bambini e ragazzi non vanno a scuola, molti nemmeno al lavoro, non ci sono più cene, partite, sport, catechismo, danza, musica, il calcetto con gli amici o la birra al pub. Ma in due settori in particolare il Covid-19 ha creato uno scompiglio assoluto: la sanità, ovviamente, ma anche la giustizia. Non parliamo solo del dramma della «prima linea»: terapie intensive intasate, medici e infermieri che lavorano come matti, la sfida tra la vita e la morte. Così come nei tribunali proseguono tutte quelle attività urgenti: arresti, convalide, richieste di scarcerazione (in aumento esponenziale, peraltro).
L’emergenza ha costretto infatti a sospendere per oltre un mese (per ora) tutte le attività ordinarie di ospedali e strutture sanitarie da un lato, tribunali dall’altro. Decine di migliaia di visite e udienze, dunque, slitteranno con un intasamento di calendari che già sono stracolmi di loro, in settori in cui la lista d’attesa e il rinvio del giudice già spesso finivano alle «calende greche», soprattutto in caso di non urgenza. L’Usl 3 Serenissima, per esempio, ha «congelato 31.442 visite da qui fino al 15 aprile, data entro la quale si terranno solo le prestazioni con priorità «U» («urgenti») e «B» («brevi», entro 10 giorni). «I nostri uffici Cup - spiega il direttore generale Giuseppe Dal Ben – stanno gestendo, con l’obiettivo di garantire il minor disagio possibile all’utenza, le diverse migliaia di prenotazioni che andavano disdette e che dovranno essere riprogrammate». Per molti la nuova data arriverà solo quando sarà nota la data di ripresa delle attività ambulatoriali. Stessa sorte per le circa 20 mila prenotazioni gestite invece dalle strutture convenzionate, che si sono occupate direttamente delle modifiche. Anche l’Usl 4 è al lavoro sullo stesso problema. «Abbiamo messo al lavoro molto personale amministrativo per questo servizio, anche in smart working», afferma il dg Carlo Bramezza. I numeri dovrebbero essere intorno alle 10 mila prestazioni, visto che l’azienda del Veneto Orientale ha circa un terzo di pazienti dell’Usl 3.
Più complesso il conteggio in tribunale, dove ogni cancelleria sta lavorando per conto suo. Certo è che più di un mese di sospensione (anche per la giustizia la deadline è il 15 aprile) stanno costringendo le cancellerie a una notevole mole di attività per comunicare i rinvii. All’ufficio Gip ci
I dubbi
I penalisti: il problema è anche capire come poi riprenderà l’attività
sono 8 giudici, che in media o gni s e t t imana h anno un’udienza a testa per un centinaio di fascicoli complessivi: moltiplicati per cinque settimane fanno 500. Più di 2 mila i processi rinviati nel settore penale, tra monocratico, collegiale, riesame e misure di prevenzione: nel mese di marzo sono state infatti cancellate 69 udienze, a cui vanno aggiunte le 43 di aprile, per un totale di 112 e una media di una ventina di fascicoli l'una. Nel settore civile, invece, nella prima decina di giorni dopo lo stop dell’8 marzo, erano state rinviate 500 udienze di contenzioso ordinario, 9 di esecuzioni mobiliari e immobiliari, 20 di volontaria giurisdizione, 15 relative alle amministrazioni di sostegno e 3 collegiali civili: parametrate al mese e più di sospensione, sono altre 2 mila cause. «Il problema sarà anche capire come riprenderà l’attività, se riprenderà, dopo il 15 aprile - dice l’avvocato Renzo Fogliata, presidente della Camera penale veneziana - Si parla di porte chiuse, udienze in remoto anche per pm e avvocato: ci siamo arresi di fronte all’emergenza, ma sono misure eccezionali perché si perde il senso dell’udienza».
L’altro colpo alla giustizia arriva dalla montagna di denunce per «inosservanza ai provvedimenti dell’autorità» (il famoso articolo 650 del codice penale), per chi ha violato le restrizioni imposte dal governo. Da martedì sera si è deciso di passare alle maximulte, ma in procura a Venezia i fascicoli per 650 pendenti erano già 330.