Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
E Melegatti punta sul traino della Pasqua a casa
Spezzapria: «Piani saltati, ma vediamo vendite in crescita»
VERONA Non si arriverà all’accelerazione prevista dal piano industriale, con un aumento delle vendite di colombe pasquali sul 2019 del 20%-30%. Ma Melegatti conta di allinearsi ai ricavi dello scorso anno e non esclude, anzi, di poter intercettare anche una leggera crescita nei giorni prima della ricorrenza. Ne ha parlato ieri il presidente della rinata casa dolciaria veronese, Giacomo Spezzapria, che nel settembre 2018, attraverso una newco, aveva rilevato per 13,5 milioni lo storico marchio del Pandoro dichiarato fallito qualche mese prima.
Nelle settimane che accompagnarono al Natale di quell’anno si lavorò per riportare sulle tavole il Pandoro, nato ufficialmente più di 120 anni prima, e conferire all’evento una consistenza simbolica più che economica, rimandando all’anno seguente il consolidamento. Step puntualmente avvenuto, con 1,5 milioni di colombe commercializzate a Pasqua e 3,5 milioni di pandori a dicembre. La progressione dei programmi non poteva però mettere in la crisi da coronavirus.
«Quest’anno – spiega il presidente – ci eravamo prefissi l’obiettivo di riprendere fette di mercato che ci appartenevano; l’epidemia, ovvio, è un ostacolo. Ma siamo ottimisti sul poter conservare se non aumentare i numeri della primavera 2019, tenendo conto che le limitazioni di movimento indurranno i clienti ad addensare i consumi a ridosso della festa. E che saranno molti più che in passato gli italiani a trascorrere la Pasqua in famiglia».
Non è stata intanto assunta alcuna decisione sul futuro dello stabilimento-bis di San Martino Buon Albergo, voluto dalla vecchia proprietà per produrre croissant e merendine. «Entro fine anno – aggiunge ancora Spezzapria – renderemo noto un progetto dedicato ai prodotti continuativi (quelli di consumo quotidiano per colazioni, snack, per pubblico di ogni età, ndr). Ma sarà necessario affrontare un ragionamento sull’impianto da usare; e non è detto che quello nuovo di San Martino sarà ritenuto il migliore».
Gli addetti di Melegatti ora sono una cinquantina ai quali si aggiungono, nelle fasi calde, 150-180 stagionali. «Grandi problemi per continuare a produrre in questi giorni adattandoci alle norme non ne abbiamo avuti. Il momento è complicato ma c’è di buono - chiude il presidente – che si sta riscoprendo l’importanza della filiera alimentare per la vita di tutti i giorni».