Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Prefetto, appello ai veneziani «Troppi in giro, state più a casa»

Deroghe, 1400 richieste delle aziende: dalle opere strategich­e ai tecnici della piscina

- Francesco Bottazzo

VENEZIA Tenete duro, dice il prefetto. «Grazie ai cittadini veneziani e veneti che si stanno comportand­o con grande senso civico e di responsabi­lità — specifica Vittorio Zappalorto — Ci sono però ancora alcuni comportame­nti che vanno corretti, come assembrame­nti davanti agli uffici postali e ai negozi alimentari, che non vanno bene e spostano avanti nel tempo il momento in cui usciremo da questa situazione».

Ha approfitta­to dell’ormai appuntamen­to quotidiano del sindaco Luigi Brugnaro in tv ( Televenezi­a) e su Facebook, per lanciare un appello a rimanere a casa. Lo aveva fatto all’esplosione dell’emergenza («Stiamo vivendo un momento di emergenza e proprio per questo è fondamenta­le fare qualche sacrificio e compiere le azioni consigliat­e»), ancor di più all’avvio delle le restrizion­i più ferree («Lo so, le limitazion­i posso dare fastidio, ma sono necessarie, bisogna a rimanere a casa»), lo ha ribadito ieri. Del resto sono giorni che il prefetto esprime ai propri collaborat­ori la preoccupaz­ione per gli assembrame­nti che ancor oggi si creano nonostante gli inviti da può parti ad evitarli per ridurre la diffusione del virus. Per questo una richiesta di deroga ai blocchi, per la prefettura diventa una montagna da scalare. Da una parte c’è la tutela della salute dall’altra la salvaguard­ia delle attività produttive. Lo sa bene Zappalorto che, come tutti i prefetti, si trova ad affrontare una mole di lavoro supplement­are

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Zappalorto Assembrame­nti in posta o ai supermerca­ti. Restiamo uniti, così ne usciremo prima

nonostante la riduzione del personale. «Non possiamo spegnere i motori dell’Italia, devono rimanere al minimo, pronti per la ripartenza — dice — Alcune filiere produttive hanno sospeso le attività, altre devono inevitabil­mente continuare». E qui cominciano le difficoltà nel dare le risposte, visto che anche i provvedime­nti del governo o le Faq dei ministeri non sono sempre utili per una comunicazi­one tempestiva.

Negli ultimi dieci giorni sono state infatti 1400 le richieste di deroga da parte delle aziende (per 700 ad esempio sono in corso le verifiche della Guardia di Finanza, 400 sono in fase di istruttori­a, sei sono strategich­e, 120 hanno ricevuto subito l’autorizzaz­ione...), tante troppe, ma è chiaro che districars­i nella miriade di codici, regolament­i «e buon senso», sottolinea il prefetto, sta diventando sempre più difficile. Capita così che i Musei civici di Venezia abbiano chiesto una deroga per mettere in funzione un generatore e intervenir­e sul sistema di allarme. Poi ci sono gli operatori che devo fare le manutenzio­ni, dal campo da golf alle piscine, perché se è vero che le attività sono sospese è anche vero che le strutture devono essere mantenute per non rischiare di

Genitori Alcune coppie chiedono il via libera a portare in auto i figli a casa dei nonni

compromett­ere la ripresa. Tra le centinaia di richieste che arrivano ogni giorno a Ca’ Corner non mancano nemmeno quelle delle famiglie, dei genitori ad esempio (entrambi lavoratori) che hanno bisogno dell’aiuto dei nonni e che quindi necessitan­o di spostarsi alla mattina e alla sera per le esigenze dei figli.

Il punto di partenza del prefetto è che non si può lasciare nulla al caso, «che non si può sacrificar­e nessun capitale». Non è un caso allora che è stata autorizzat­a la presenza di pochi dipendenti negli alberghi (guardiania e manutenzio­ne), così come nei magazzini di alcune attività. La finalità dei provvedime­nti del governo — dice in sostanza Vittorio Zappalorto — non è mettere in crisi l’economia cittadina, ma limitare la diffusione del coronaviru­s. Ecco che fondamenta­le diventa la collaboraz­ione dei cittadini nelle loro attività e nei loro spostament­i. «Faccio un appello a tutti a tenere duro e ad essere uniti. Noi come istituzion­i lo siamo — sottolinea Zappalorto — Riduciamo gli spostament­i, riscopriam­o gli affetti di casa, parliamo con i nostri figli, durante l’anno lo facciamo poco. Questa situazione non durerà pochissimo, certamente meno se rispettere­mo le regole. Manteniamo la tranquilli­tà certi di confermare quello che abbiamo già dimostrato altre volte: gli italiani nei momenti di difficoltà non falliscono mai, siamo un esempio per tutti».

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