Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Faccio la spesa ma solo on line e a mezzanotte»
NEW YORK Isolati in trenta metri quadri, anche se fuori c’è New York, è dura. «Mancano gli spazi e alcuni beni, come la carta igienica». Riccardo Carafoli, 33 anni, è di Martellago e dal gennaio 2019 vive a New York con la moglie Oxana, lavora come consulente fiscale nella multinazionale Deloitte. «La mia azienda mi ha molto supportato in questo momento di difficoltà», dice. Prima che scoppiasse l’emergenza, trascorreva le giornate al Rockefeller Center. Ora la coppia si trova ad affrontare la quotidianità in un monolocale dell’Upper West Side, a Manhattan. «Qui c’è meno percezione del pericolo di contagio: tutti rispettano la distanza di sicurezza, ma per strada la maggior parte delle persone è senza mascherina. Anche molti operatori delle consegne utilizzano guanti, ma non mascherine». Il problema sono i rifornimenti. «La carta igienica è praticamente introvabile, poi i fagioli secchi, i cibi in scatola, la pasta, tutti i prodotti a lunga conservazione. Anche on line.L’altra notte sono riuscito a piazzare un ordine di spesa in un supermercato, su Amazon, solo perché ho atteso la mezzanotte facendo continuamente refresh». L’ultima volta che Carafoli è uscito di casa, alcuni giorni fa, è rientrato in fretta: «Non c’è divieto e sono uscito per fare jogging al Central Park, ma quando ho visto quante persone c’erano sono corso a rinchiudermi in casa». Complici le belle giornate, gli assembramenti non sono facili da evitare. Ma c’è una nota positiva nell’isolamento. «Ci aiuta ad apprezzare le piccole cose: un caffè in compagnia, respirare un po’ di aria pulita. Una lezione di vita». ( g.pra.)