Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Molti veneziani ancora bloccati all’estero, anche studenti: fermati in aeroporto, voli sospesi
della Lega Paolo Borchia, che in questi giorni è in stretto contatto con l’unità di crisi della Farnesina. Il sottosegratrio Pd all’Economia Pier Paolo Baretta e candidato sindaco del centrosinistra ha seguito i casi di rientri di studenti dalla Spagna e giovani lavoratori da Santiago e da Riga, in Lettonia. I politici e le ambasciate di tutto il mondo stanno cercando di dare supporto alle migliaia di veneti che in piena pandemia sono bloccati all’estero. «Solo in Australia ci sono tremila giovani italiani in possesso di una working holiday Visa, un permesso di vacanza studio concesso a chi ha meno di 30 anni», racconta Giulia Vidoni, 23 anni, veneziana di Santa Croce bloccata a Sidney.
Tornare è un terno al lotto tra paesi che hanno deciso di chiudere lo spazio aereo, compagnie che cancellano i voli e biglietti con prezzi da capogiro. Daniela Lombardo, 25 anni, e il fidanzato Nardir Zitti, entrambi del Lido, sono ad Auckland, Nuova Zelanda. Nel volo via Hong Kong per Zurigo e Roma avevano investito i 1.400 euro della vendita del furgone usato per andare a lavorare nei vigneti nella stagione della vendemmia. Ma hanno deciso di sperare e di non cancellare il volo acquisendo un credito per l’acquisto di un altro viaggio che,
All’estero Mestrino chiuso in ostello in Nuova Zelanda, coppia di Jesolo ai caraibi
Aforse, ci sarà tra due settimane e che costerà tra i tremila e i settemila euro. Così ieri mattina hanno fatto i bagagli, saldato il conto dell’albergo nel quale hanno vissuto segregati nell’ultima settimana e raggiunto lo scalo. «Purtroppo non ci hanno fatto imbarcare, per via dell’impossibilità di transitare a Hong Kong — racconta Daniela — È partito solo il charter organizzato dal governo tedesco. L’ambasciata ci ha dato informazioni su prire subito un fondo di solidarietà nel Comune di Venezia sul modello di Cavallino-Treporti e affrontare l’emergenza coronavirus guardando non solo gli ospedali ma anche al sociale. Sono le richieste che arrivano dal Movimento per la difesa della sanità pubblica e inoltrate con 4 lettere al sindaco Luigi Brugnaro, al presidente della Conferenza dei Sindaci della Usl 3, al direttore del Sociale della Usl 3. A Brugnaro chiedono l’immediata apertura di un fondo di solidarietà. «Il pilastro su cui si reggeva la città, il turismo è stato abbattuto dall’emergenza, ci sarà un impoverimento generale cui è necessario far fronte – interviene il portavoce del Movimento Salvatore Lihard – poi è necessario affrontare l’emergenza guardando al sociale». Il Movimento chiede all’Usl di attivare un numero di ascolto psicologico sul possibili alloggi e detto che stanno cercando di organizzare dei voli». «Sappiamo che c’è molta gente messa peggio di noi, il paese è in lockdown per quattro settimane e noi siamo totalmente in balia degli eventi — aggiunge Nadir — I risparmi finiranno presto, chiediamo che il governo italiano si attivi come sta facendo quello tedesco e francese per organizzare aerei di rimpatrio agevolati». Nella stessa situazione, chiuso in un ostello modello di quanto fatto dall’Usl 4, e di attivare un numero dedicato e in ambito locale per affrontare il nodo della violenza domestica. Secondo il Movimento poi va monitorata da vicino la situazione di giovani disabili e adolescenti. Spiega Luisella Aprà del Movimento: «chiediamo al Comune di mappare quei casi di studenti disabili che non possono usufruire delle lezioni on-line e che si trovano spiazzati senza insegnante di sostegno». Il Movimento poi invita a rivedere la chiusura dei centri diurni spiegando che i pazienti con problemi psichiatrici non possono interrompere i trattamenti perché si rischia l’acuirsi del disturbo. Pietro Rigamonti del Centro Diritti del malato rilancia l’appello delle associazioni di medici di rivedere le linee guida per l’uso dei Dpi. (e.lor.) ad Auckland e senza lavoro, c’è il mestrino Angelo Stradiotto, 28 anni. «L’ho sentito e ho favorito un contatto con l’unità di crisi», dice Borchia. Tutti hanno perso il lavoro, bar e ristoranti dove facevano i camerieri hanno chiuso. «Ho lavorato per una giornata in ufficio, che il giorno dopo ha chiuso — racconta Giulia Vidoni — Mi hanno cancellato due voli. E sono anche fortunata perché ho amici con cui stare». La madre e la sorella sono a Venezia, il padre a Berna con l’anziana nonna, lei in Australia. Chiara e Martina, 21 e 22 anni studiano mediazione linguistica a Ca’ Foscari ed erano in Erasmus a Malaga. «Quando la situazione si è aggravata, ci siamo messe in quarantena e, appena la Farnesina ha organizzato dei voli per rientrare, abbiamo comprato i biglietti » racconta Chiara. Un’odissea per arrivare da Fiumicino a Roma Termini e trovare un treno. A Venezia ci siamo messe in isolamento». Altri studenti cafoscarini sono rientrati dalla Spagna grazie ai voli organizzati dal governo e sono decine le richieste di chi fa l’ Erasmus in Francia, Germania e Regno Unito. Iuav ne ha 91 in Europa e una decina in stati extra-europei, cinque in rientro.