Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Rimpatri temporanei i romeni torneranno Anche loro in difficoltà»
VENEZIA I voli charter per Bucarest adesso si sono fermati, ma sono stati un migliaio i cittadini romeni che sono tornati in patria, ma anche centinaia gli italiani che grazie a quegli stessi voli sono ritornati a casa allo scoppio dell’emergenza coronavirus. Le attività produttive sono chiuse, così come gli alberghi e i cantieri edili, i voli di linea si sono presto fermati, così il governo romeno ha organizzato voli speciali (comunque a pagamento) grazie a due compagnie per collegare Bucarest a Venezia, Roma e Torino. «Ma non sono state fughe, è stata data l’opportunità ad alcuni cittadini, che avevano determinate caratteristiche, di poter tornare nel loro paese d’origine in questa situazione di emergenza», spiega Mario Moretti Polegato, console onorario di Romani per il Nordest, ormai da 24 anni. Italia e Romania sono legate a doppia mandata a vedere gli scambi commerciali che ormai superano i 15 miliardi di euro, così come il Veneto se si considerano le novemila aziende locali in Romania. Manifattura, costruzioni e legno sono i settori che accomunano maggiormente i due paesi che negli ultimi anni hanno sviluppato anche progetti di economia circolare in partnership, specie per il riciclo di carta e cartone. «Dico di più, molte aziende romene hanno manodopera locale ma manager italiani e oggi sono in difficoltà anche perché i tecnici che venivano inviati dalle nostre aziende non possono più viaggiare — specifi
"Polegato Molte imprese romene in difficoltà perché i tecnici italiani che le aiutavano non viaggiano più
ca Polegato — Sono console da tempo e ho visto crescere ogni anno sempre di più i rapporti tra i due paesi, che sono sicuro continueranno anche dopo l’emergenza. Oggi l’Italia è il primo Stato per interscambio con la Romania». Qualcuno infatti pensa già al rientro, ma molto dipenderà dalle decisioni del governo italiano anche sull’apertura delle attività produttive e commerciali. Polegato sottolinea che non tutti hanno potuto tornare a Bucarest: «Sono stati autorizzati dalle ambasciate o dai consolati solo le persone che lavoravano negli hotel oggi chiusi, gli impiegati nell’agricoltura, le badanti che hanno visto scadere il contratto per il decesso dell’assistito, gli operai dei cantieri, chi lavorava nei trasporti e chi era malato — precisa — Sono rimpatriati anche due bambini con meno di un anno che si trovavano a Milano per un intervento al cuore».