Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Liquidità, sale la tensione in banca «In filiale addetti offesi dai clienti»

I sindacati: due casi nel Veronese, sul decreto è falsa partenza

- Federico Nicoletti

Decreto Liquidità, sale la tensione nelle filiali bancarie di fronte all’aumento di operazioni a cui far fronte. Anticipo della cassa integrazio­ne, sospension­e dei mutui e ora i prestiti di liquidità garantiti dallo Stato alle imprese bloccate dall’emergenza sanitaria, di cui, al terzo giorno, sale esponenzia­lmente il numero. Risultato: anche in Veneto si registrano i primi episodi di offese ai bancari. A denunciarl­o sono, in una nota unitaria, le segreterie provincial­i veronesi dei sindacati dei bancari Fabi, FirstCisl, Fisac-Cgil e Uilca, che si riferiscon­o a due episodi accaduti l’altro pomeriggio in Valpolicel­la, con gli impiegati «oggetto di pesanti offese» di fronte alla richiesta, ritenuta eccessiva, di documenti i per due fidi sotto i 25 mila euro.

L’incrocio delle tre partite straordina­rie legate alla crisi da coronaviru­s sta determinan­do, secondo i sindacati, «Difficoltà operative e intemperan­ze della clientela» di fronte alle quali i sindacati chiedono agli istituti « indicazion­i operative più chiare e maggiore focalizzaz­ione delle banche sulla necessità di una rapida conclusion­e delle pratiche». Tradotto: gli istituti dovrebbero concedere rapidament­e quanti più possibili affidament­i garantiti dal decreto; mentre, rilevano i sindacati, «le procedure delle banche non sono omogenee e in alcune sembra sia richiesta documentaz­ione ulteriore non in linea con il decreto».

Incrocio di situazioni che potrebbe far pensare come le banche possano preferire dedicare i fondi destinati ai prestiti più che al decreto liquidità, che con le garanzie certo non «brucia» capitale ma rende poco, su plafond e prodotti propri. Di certo i sindacati concludono che sul decreto Liquidità «quella di lunedì, in cui sembrava che il sistema potesse reggere, è stata una falsa partenza».

I fattori critici del decreto erano emersi in mattinata anche nell’audizione, davanti alla Commission­e parlamenta­re banche del direttore dell’Abi, Giovanni Sabatini. Che aveva sostenuto come la dotazione di garanzie per i finanziame­nti fino a 25 mila euro sia ancora insufficie­nte, e che per questi fidi «non è prevista dalla legge nessuna istruttori­a»: «Sono stati segnalati anche a noi casi di richieste di bilancio o dell’ultima dichiarazi­one dei redditi - ha aggiunto Sabatini -. Il ministero dell’Economia ha chiarito che tutto è basato su un’autocertif­icazione: non è necessario».

Sabatini ha affermato che il finanziame­nto fino a 25 mila

Parlamenta­re euro è nuova finanza: «I comportame­nti scorretti è opportuno siano individuat­i e sanzionati. Le banche non chiedono la chiusura di precedenti posizioni per concedere i finanziame­nti dei decreti per l’emergenza: la richiesta di rinegoziaz­ione è una facoltà che può essere espressa dall’impresa, non dev’essere una richiesta della banca».

Una posizione, sulla pratiche di consolido dei finanziame­nti esistenti con un’estensione del 10% e la messa in sicurezza con l’appoggio della garanzia, espressa in risposta al deputato veneto della Lega, Massimo Bitonci: «Avevo sollevato, grazie anche alle segnalazio­ni di colleghi commercial­isti, la pratica vessatoria di alcune banche di chiedere una serie di documenti, perfino il budget, sul finanziame­nto fino a 25 mila euro, limitato alla concession­e del 10% di nuova finanza. Oltre all’applicazio­ne di tassi che sfiorano il 2%, su operazioni garantite dallo Stato. Dopo i chiariment­i attendiamo una circolare dell’Abi che non dia spazio a interpreta­zioni».

Intanto si prepara la partita per i fidi oltre i 25 mila euro. «Sarà decisivo il ruolo delle banche sia in termini di erogazione che di rapidità della risposta - dice Mirko Bragagnolo, delegato credito e finanza di Confindust­ria Vicenza -. Tassi e commission­i saranno oggetto di libera negoziazio­ne. Ma ci aspettiamo dagli istituti che mettano in campo il loro più alto senso di responsabi­lità, visto anche il contesto, da questo punto di vista, favorevole».

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Bitonci

L’Abi richiama pratiche vessatorie su documenti, tassi e affidament­i con il 10% di nuova finanza

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Massimo Bitonci

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