Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Liquidità, sale la tensione in banca «In filiale addetti offesi dai clienti»
I sindacati: due casi nel Veronese, sul decreto è falsa partenza
Decreto Liquidità, sale la tensione nelle filiali bancarie di fronte all’aumento di operazioni a cui far fronte. Anticipo della cassa integrazione, sospensione dei mutui e ora i prestiti di liquidità garantiti dallo Stato alle imprese bloccate dall’emergenza sanitaria, di cui, al terzo giorno, sale esponenzialmente il numero. Risultato: anche in Veneto si registrano i primi episodi di offese ai bancari. A denunciarlo sono, in una nota unitaria, le segreterie provinciali veronesi dei sindacati dei bancari Fabi, FirstCisl, Fisac-Cgil e Uilca, che si riferiscono a due episodi accaduti l’altro pomeriggio in Valpolicella, con gli impiegati «oggetto di pesanti offese» di fronte alla richiesta, ritenuta eccessiva, di documenti i per due fidi sotto i 25 mila euro.
L’incrocio delle tre partite straordinarie legate alla crisi da coronavirus sta determinando, secondo i sindacati, «Difficoltà operative e intemperanze della clientela» di fronte alle quali i sindacati chiedono agli istituti « indicazioni operative più chiare e maggiore focalizzazione delle banche sulla necessità di una rapida conclusione delle pratiche». Tradotto: gli istituti dovrebbero concedere rapidamente quanti più possibili affidamenti garantiti dal decreto; mentre, rilevano i sindacati, «le procedure delle banche non sono omogenee e in alcune sembra sia richiesta documentazione ulteriore non in linea con il decreto».
Incrocio di situazioni che potrebbe far pensare come le banche possano preferire dedicare i fondi destinati ai prestiti più che al decreto liquidità, che con le garanzie certo non «brucia» capitale ma rende poco, su plafond e prodotti propri. Di certo i sindacati concludono che sul decreto Liquidità «quella di lunedì, in cui sembrava che il sistema potesse reggere, è stata una falsa partenza».
I fattori critici del decreto erano emersi in mattinata anche nell’audizione, davanti alla Commissione parlamentare banche del direttore dell’Abi, Giovanni Sabatini. Che aveva sostenuto come la dotazione di garanzie per i finanziamenti fino a 25 mila euro sia ancora insufficiente, e che per questi fidi «non è prevista dalla legge nessuna istruttoria»: «Sono stati segnalati anche a noi casi di richieste di bilancio o dell’ultima dichiarazione dei redditi - ha aggiunto Sabatini -. Il ministero dell’Economia ha chiarito che tutto è basato su un’autocertificazione: non è necessario».
Sabatini ha affermato che il finanziamento fino a 25 mila
Parlamentare euro è nuova finanza: «I comportamenti scorretti è opportuno siano individuati e sanzionati. Le banche non chiedono la chiusura di precedenti posizioni per concedere i finanziamenti dei decreti per l’emergenza: la richiesta di rinegoziazione è una facoltà che può essere espressa dall’impresa, non dev’essere una richiesta della banca».
Una posizione, sulla pratiche di consolido dei finanziamenti esistenti con un’estensione del 10% e la messa in sicurezza con l’appoggio della garanzia, espressa in risposta al deputato veneto della Lega, Massimo Bitonci: «Avevo sollevato, grazie anche alle segnalazioni di colleghi commercialisti, la pratica vessatoria di alcune banche di chiedere una serie di documenti, perfino il budget, sul finanziamento fino a 25 mila euro, limitato alla concessione del 10% di nuova finanza. Oltre all’applicazione di tassi che sfiorano il 2%, su operazioni garantite dallo Stato. Dopo i chiarimenti attendiamo una circolare dell’Abi che non dia spazio a interpretazioni».
Intanto si prepara la partita per i fidi oltre i 25 mila euro. «Sarà decisivo il ruolo delle banche sia in termini di erogazione che di rapidità della risposta - dice Mirko Bragagnolo, delegato credito e finanza di Confindustria Vicenza -. Tassi e commissioni saranno oggetto di libera negoziazione. Ma ci aspettiamo dagli istituti che mettano in campo il loro più alto senso di responsabilità, visto anche il contesto, da questo punto di vista, favorevole».
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Bitonci
L’Abi richiama pratiche vessatorie su documenti, tassi e affidamenti con il 10% di nuova finanza