Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bella Ciao dai balconi e comizio sul web. Ma restano le polemiche
Le manifestazioni saranno virtuali con comizi in streaming. L’Anpi di Vicenza: ora fare Resistenza è combattere il Covid 19
VENEZIA Per la prima volta dal 1945 non sarà un 25 Aprile di piazza. E così, anche se ieri il governo ha concesso alle autorità di onorare la Liberazione («Naturalmente in forme compatibili con l’attuale situazione di emergenza » , spiega Palazzo Chigi), l’emergenza coronavirus imporrà di rinunciare agli assembramenti per ridurre i rischi.
Per molti sarà un 25 Aprile da dimenticare. Ma c’è anche chi immagina la giornata di sabato come una sorta di prova d’eroismo: l’Anpi di Vicenza azzarda un paragone tra la lotta al Covid 19 e quella al nazifascismo. In un lungo messaggio pubblicato su Facebook,
la locale Associazione dei partigiani spiega che «in questa fase così terribile per la vita del Paese e delle nostre comunità locali, “fare Resistenza” significa essere responsabili nei nostri comportamenti e operare all’insegna di quella solidarietà che praticarono gli antifascisti e i partigiani e che transitò quale valore fondamentale nella Carta Costituzionale (...) “Fare Resistenza” è perseguire il rafforzamento del sistema sanitario pubblico contro ogni monetizzazione della salute».
L’Anpi nazionale ha organizzato una manifestazione virtuale, con un vero e proprio comizio trasmesso in streaming. L’invito è di esporre il Tricolore, spalancare i balconi e intonare l’Inno italiano seguito dal cantosimbolo della Resistenza, Bella Ciao. «L’Italia che non si arrende - spiegano dall’Anpi di Padova - è quella che ricorda sempre il 25 aprile come la giornata di Liberazione dal regime nazifascista. Perché il lavoro di ogni operatore sanitario, della logistica, dei supermercati e delle pulizie non sia vano, per rispetto nei confronti dei troppi morti di queste settimane, alle 15 affacciamoci alle nostre finestre e cantiamo all’unisono».
Ma anche dalla quarantena, non sono mancate le «tradizionali» polemiche sulla Festa di Liberazione. A innescarle, stavolta è stata proprio l’Anpi che ieri ha espresso «incredulità e rammarico per un atto di indifferenza e scortesia del governo». Tutto perché la circolare che autorizza le autorità (sindaci, prefetti...) a onorare pubblicamente il 25 Aprile, pareva escludere l’associazione. Poi Palazzo Chigi ha precisato che i rappresentanti dei partigiani saranno i benvenuti. Ritorno alla pace? Neanche per idea. L’assessore regionale Elena Donazzan (FdI) è partita all’attacco: «Il Governo Conte e più partigiano dei partigiani. Ci impedisce di uscire di casa ma alle associazioni partigiane viene consentito partecipare alle manifestazioni del 25 Aprile?».