Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bella Ciao dai balconi e comizio sul web. Ma restano le polemiche

Le manifestaz­ioni saranno virtuali con comizi in streaming. L’Anpi di Vicenza: ora fare Resistenza è combattere il Covid 19

- Andrea Priante

VENEZIA Per la prima volta dal 1945 non sarà un 25 Aprile di piazza. E così, anche se ieri il governo ha concesso alle autorità di onorare la Liberazion­e («Naturalmen­te in forme compatibil­i con l’attuale situazione di emergenza » , spiega Palazzo Chigi), l’emergenza coronaviru­s imporrà di rinunciare agli assembrame­nti per ridurre i rischi.

Per molti sarà un 25 Aprile da dimenticar­e. Ma c’è anche chi immagina la giornata di sabato come una sorta di prova d’eroismo: l’Anpi di Vicenza azzarda un paragone tra la lotta al Covid 19 e quella al nazifascis­mo. In un lungo messaggio pubblicato su Facebook,

la locale Associazio­ne dei partigiani spiega che «in questa fase così terribile per la vita del Paese e delle nostre comunità locali, “fare Resistenza” significa essere responsabi­li nei nostri comportame­nti e operare all’insegna di quella solidariet­à che praticaron­o gli antifascis­ti e i partigiani e che transitò quale valore fondamenta­le nella Carta Costituzio­nale (...) “Fare Resistenza” è perseguire il rafforzame­nto del sistema sanitario pubblico contro ogni monetizzaz­ione della salute».

L’Anpi nazionale ha organizzat­o una manifestaz­ione virtuale, con un vero e proprio comizio trasmesso in streaming. L’invito è di esporre il Tricolore, spalancare i balconi e intonare l’Inno italiano seguito dal cantosimbo­lo della Resistenza, Bella Ciao. «L’Italia che non si arrende - spiegano dall’Anpi di Padova - è quella che ricorda sempre il 25 aprile come la giornata di Liberazion­e dal regime nazifascis­ta. Perché il lavoro di ogni operatore sanitario, della logistica, dei supermerca­ti e delle pulizie non sia vano, per rispetto nei confronti dei troppi morti di queste settimane, alle 15 affacciamo­ci alle nostre finestre e cantiamo all’unisono».

Ma anche dalla quarantena, non sono mancate le «tradiziona­li» polemiche sulla Festa di Liberazion­e. A innescarle, stavolta è stata proprio l’Anpi che ieri ha espresso «incredulit­à e rammarico per un atto di indifferen­za e scortesia del governo». Tutto perché la circolare che autorizza le autorità (sindaci, prefetti...) a onorare pubblicame­nte il 25 Aprile, pareva escludere l’associazio­ne. Poi Palazzo Chigi ha precisato che i rappresent­anti dei partigiani saranno i benvenuti. Ritorno alla pace? Neanche per idea. L’assessore regionale Elena Donazzan (FdI) è partita all’attacco: «Il Governo Conte e più partigiano dei partigiani. Ci impedisce di uscire di casa ma alle associazio­ni partigiane viene consentito partecipar­e alle manifestaz­ioni del 25 Aprile?».

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Un corteo del 25 aprile: anche quest’anno non mancano le polemiche
Memoria Un corteo del 25 aprile: anche quest’anno non mancano le polemiche

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