Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Prevalga l’ottimismo ma dalla politica aiuti concreti»
Ripeteva il mantra dell’ottimismo della volontà, Antonio, l’imprenditore napoletano che si è tolto la vita perché è passato al pessimismo dell’anima: «Abbiamo superato tante prove, supereremo anche questa crisi». Ed è dal suo caso che il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia parte nella lettera alla Diocesi sulla crisi da coronavirus. Una lettera che ruota intorno al vuoto delle parole d’ordine senza la concretezza della speranza spirituale e materiale. «È il tempo dell’ottimismo della volontà, non dobbiamo assolutamente cedere al pessimismo che è strada senza sbocco – dice Moraglia - Le forze si devono unire a tutti i livelli. La direzione da seguire è la dignità della persona umana e, soprattutto, di quella meno tutelata e più a rischio». «Ad Antonio, non è sembrato poter scorgere degli sbocchi e si è arreso. Tragedie simili non devono ripetersi. Oltre le parole di speranza sono necessari i fatti, ovvero gli aiuti concreti che rendano la speranza affidabile e la motivino – continua il Patriarca - La dignità della persona è la stella polare che deve accompagnarci in questa traversata». E la questione riguarda principalmente gli ultimi, gli esclusi e i braccianti. «La politica non deve più inseguire i problemi ma cercare d’intercettarli tempestivamente, offrendo soluzioni prima che deflagrino le proteste». (mo. zi.)