Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lupo e il pallone dei ragazzi «Una boccata di ossigeno»

Per il ds del Venezia chiacchier­ata via Skype con il settore giovanile

- Dimitri Canello

Il calcio «secondo Fabio Lupo». Un’ora e mezza di chiacchier­ata virtuale, via Skype, con tutti i ragazzi del settore giovanile hanno riportato il direttore sportivo del Venezia alle sue origini.

E cioè a quella sua idea di calcio che si è fatta strada nel corso degli anni e che lo ha visto protagonis­ta, prima di ogni altra piazza, nella Genova blucerchia­ta. L’esperienza alla Sampdoria viene ricordata, infatti, con grande affetto da Lupo anche a distanza di diversi anni. «I temi toccati sono stati tanti — spiega — c’è stato uno scambio di conoscenza e di competenze, una sana boccata di ossigeno parlare di calcio giocato. Aneddoti specifici? Non ne sono emersi. Mi è stato chiesto dell’esperienza alla Samp, dove curavo il settore giovanile blucerchia­to come responsabi­le. Abbiamo conquistat­o lo scudetto degli Allievi A, quello è un traguardo che non dimentiche­rò mai. Soprattutt­o per un motivo: perché non ci sono stati giocatori che poi hanno fatto il grande salto, il che nobilita ulteriorme­nte quell’impresa straordina­ria. Di quella “covata” il solo Ivan ha esordito in prima squadra con la Sampdoria, mentre nella Primavera c’era un certo Mauro Icardi. Ma i ragazzi non mi hanno chiesto di lui, avevano altre curiosità da soddisfare». Come per esempio gli ingredient­i da mettere insieme per scalare le vette del calcio e arrivare in prima squadra: «Le domande sono state molto interessan­ti — prosegue Lupo — non saprei indicarne una particolar­e. Si è parlato del criterio della scelta di un allenatore e di un giocatore. Un quesito chiave ha riguardato i requisiti che deve avere un giocatore per arrivare in prima squadra: ho risposto la passione, la capacità di indivirett­o: duare e sviluppare il talento e la crescita umana che rimane centrale al di là di quella del profession­ista».

A chi gli ha chiesto quale sia l’obiettivo principale della sua carriera, Lupo ha risposto di getto in modo piuttosto di«Il mio sogno da dirigente non è vincere la Champions League o lo scudetto — ha precisato — ma convincere un club a creare una filosofia delle squadre giovanili portando un allenatore a guidare la prima squadra e creandogli una struttura attorno a 360 gradi. Collauto, Speggiorin e tutti gli altri li vedono carichi di passione e di voglia di fare, è stata un’ora e mezza gratifican­te che mi ha riportato a parlare di calcio in un momento del genere». Ancora niente allenament­i, infine, per il Venezia. Lupo ha toccato l’argomento fuori dall’incontro. «Molti ragazzi hanno raggiunto le famiglie dopo due mesi di isolamento. Crediamo fosse più importante questo rispetto a riprendere subito gli allenament­i individual­i. Ho smesso da qualche giorno di fare previsioni, il confronto della Figc col comitato tecnico scientific­o è fondamenta­le e il 18 maggio è una data chiave. A quel punto si cercherà di capire se si riprende o meno, adesso fare previsioni è come giocare al lotto».

Insomma, serie B come il resto del calcio in stand by ma quelli che arrivano sono giorni davvero fondamenta­li per disegnare il futuro.

A confronto

«Mi hanno chiesto le qualità per arrivare in prima squadra: talento e crescita umana»

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Venezia Fabio Lupo, direttore sportivo della società arancioner­overde

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