Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Ripartire? Io la vedo dura Il virus è ancora una realtà»
Venezia, il mediano Fiordilino: «Attendiamo, nel caso noi saremo pronti»
Luca Fiordilino, scommetterebbe sulla ripartenza del campionato cadetto?
«Dare una risposta in questo momento è un’impresa... La ripartenza la vedo molto difficile, anche perché il virus cammina anche in questi ultimi giorni. Non dobbiamo mollare a livello mentale perché se si riparte ricadrà tutto sulle nostre spalle».
Come ha vissuto dal punto di vista personale questi due mesi di lockdown?
«Sono stati molto complicati e sofferti. Ho la famiglia sparsa per il mondo: i genitori della mia ragazza sono in Germania, la mia famiglia a Palermo e mio fratello in Francia. Io sono da solo a Venezia e sono rimasto qui per tutto il periodo della quarantena. Ammetto: è stata una prova durissima da superare».
Ha pensato in questi ultimi giorni di tornare a casa?
«Se devo essere sincero sono stato tentato dalla prospettiva, ma per la salute dei miei genitori ho preferito agire in questo modo e rimanere qui a Venezia. Ho fatto tanti sacrifici, come li hanno fatti tutti i miei compagni, farò anche questo».
L’ultima in campo fu a porte chiuse con il Crotone.
«Sì, quella partita a porte chiuse la ricordo come una brutta parentesi. Non posso dire che sia stato un azzardo giocare, ma di sicuro senza il pubblico per noi è diventato tutto più complicato. Adesso pensare di ripartire è difficile, ci sono tanti ostacoli lungo il percorso che si possono presentare».
A livello personale è soddisfatto della stagione?
«Sono contento di quello che ho fatto. Abbiamo espresso un buon calcio, ma ci mancano quei 3-4 punti che farebbero cambiare tutti i giudizi. Dobbiamo ripartire da quello che abbiamo fatto, che è comunque tanto».
E’ riuscito a mantenere un ritmo adeguato di allenamento a casa?
«Allenarsi a casa non è la stessa cosa, abbiamo staccato da due mesi. Per tornare ad avere il ritmo partita ci vorrebbero tre o quattro settimane. Alcuni di noi hanno corso in terrazzo, in giardino, nei garage, ci siamo arrangiati come abbiamo potuto».
Nel caso in cui si dovesse tornare a giocare quali sarebbero le principali insidie per la squadra?
«Mancano dieci partite, se si riprende bisognerà giocare ogni tre giorni. È una situazione piena di ostacoli ma dovremo affrontarla se si presenterà di fronte a noi».
Cos’ha provato quando ha saputo della notizia della positività al coronavirus del vostro compagno di squadra Antonio Vacca?
«Quando abbiamo saputo ci siamo spaventati, il primo pensiero è andato ad Antonio e alla sua famiglia. Per fortuna a lui è passato subito, ricordo di avergli detto di contare su di me per qualsiasi cosa. Ho cercato di stargli il più vicino possibile».
Sia sincero: se si dovesse tornare in campo avrebbe paura di contrarre il virus?
«È normale avere un po’ di paura a tornare in campo. Davanti a noi siamo in presenza di squadre in serie A che hanno avuto diversi casi. Attendiamo le notizie e vedremo cosa succederà: la salute viene prima di tutto».
Le ipotesi sul futuro «Mancano 10 partite, giocare ogni tre giorni come eventualità non sarà certo facile»